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Giuseppe Di Bello

CASTELFORTE – Duplice omicidio nella cava di Coreno Ausonico, Di Bello accusato del delitto

Giuseppe Di Bello
Giuseppe Di Bello
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Amilcare e Giuseppe Mattei

CASTELFORTE –  Duplice omicidio e una terza persona gravemente ferita, a Coreno Ausonio (FR) ieri mattina, intorno alle 6.45. La sparatoria si è verificata in via Passeggera, in località Cardito, all’interno di una ex cava di marmo, oggi impianto di frantumazione. A morire Amilcare, 51 anni, e Pino Mattei, 41 anni, residenti a Castelforte (famiglia originaria di Acqualonga in provincia di Ascoli Piceno), e proprietari della Gpr Marmi Srl che gestiva la cava dove lavora anche la Tirreno Marmi Srl. Secondo quanto si apprende, nelle ultime settimane l’impianto è stato vittima di alcuni furti di carburante e per questo da qualche tempo i titolari avevano iniziato a presidiarlo anche durante le ore notturne. Così, questa mattina presto è scattato l’allarme, i corpi sono stati scoperti in mattinata poco prima delle sette, e da qui il successivo conflitto a fuoco che ha visto morire entrambi i fratelli.  Una terza persona, originaria di Coreno Ausonio, Giuseppe Di Bello, 35 anni, è stata inizialmente ricoverata a Cassino presso il Santa Scolastica e poi trasferita a Roma in gravi condizioni. Contrariamente a quanto inizialmente riportato la persona non è deceduta ma piantonata all’ospedale Umberto I° di Roma. Di Bello è accusato per duplice omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Sul posto sono state ritrovate tre pistole una ancora in pugno a uno dei fratelli oltre che taniche e pompe che, si presume, sarebbero servite per il furto di carburante dai mezzi e dalle cisterne. I due fratelli, in regolare possesso di porto d’armi, detenevano due pistole calibro 9.21 mentre Di Bello una 7.65. Indagano carabinieri e polizia. Due persone sono state accompagnate presso la compagnia dei carabinieri di Pontecorvo per essere interrogate e sottoposte alla prova dello stub. Sono due le tesi al vaglio degli inquirenti: la prima è che si sia trattato di un furto di gasolio finito nel sangue; la seconda quella di una resa dei conti, dovuta a vecchie ruggini tra le due famiglie Mattei e Di Bello a causa della servitù e dei diritti di passaggio all’interno della cava.  Amilcare e Pino Mattei erano ben voluti da entrambe le comunità di Coreno Ausonio e Castelforte, oggi sconvolte da questa immane tragedia. Due persone stimate e rispettate per il loro carattere disponibile anche dagli operai che lavoravano presso gli impianti. (fonte:http://www.h24notizie.com)

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