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TEANO – Partito Democratico e scontro con la Cgil, Raffaele Picierno tira le orecchie alla nipote Pina. E vengono alla luce antichi “rancori”

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TEANO – Non deve essere facile, per chiunque, probabilmente, lottare una vita per arrivare nei piani alti della politica e poi, di colpo, vedersi scavalcato, senza alcuna fatica, da una “ragazzina”. Non deve essere facile, nemmeno se quella fanciulla è legata a te da profondo affetto e da stretta parentela. Potrebbe essere successo proprio questo, a Teano, fra il carismatico leader Raffaele Picierno e sua nipote Pina Picierno. Mentre Raffaele faticava le classiche sette camice per trovare un posto nella lista per la sfida regionale (che poi non troverà tanto che si candiderà alla provincia senza riuscire ad essere eletto) Pinuccia, invece, veniva “caricata” sulle spalle del Porcellum e portata, senza alcuno sforzo, nei palazzi romani. Gli stessi palazzi che Raffaele voleva conquistare qualche anno prima senza successo. Ma quelle erano sfide nelle quali ognuno doveva misurarsi sul campo, non era roba da Porcellum. Una sfida per la quale, raccontano in paese, Raffaele, sacrificò anche la sede del tribunale che venne “scippata” a Teano e trasferita a Carinola.
Ora, alla prima vera occasione Raffaele si riprende il ruolo che gli compete e tenta di insegnare qualcosa alla nipotina. Lo fa attraverso le pagine del Corriere del Mezzogiorno – con la firma di Angelo Agrippa – anche per ricordare che ripensa alla politica dopo l’assoluzione nel processo che lo vedeva imputato insieme ad altre figure della sua vecchia amministrazione comunale.
Oggi Raffaele Picierno, per lunghi anni sindaco di Teano, ma soprattutto zio e padrino politico dell’eurodeputata pd Pina, può finalmente tirare un sospiro di sollievo. «Dopo nove anni di indagini, di maldicenze e insinuazioni — sbotta — il giudice ha prosciolto me, mia moglie e mio figlio in istruttoria perché il fatto non sussiste. Ci son voluti nove anni per avere giustizia». Una vecchia storia del 2006, partita con una raffica di 54 avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata al falso ed all’abuso in atti d’ufficio per presunte irregolarità sul rilascio di alcune licenze edilizie.
Un gran polverone?
«Sì, che mi ha fatto tanto male. A me e ai miei familiari. Sono rimasto fuori dall’attività politica e amministrativa in tutti questi anni in attesa del responso che, finalmente, è arrivato ».
L’eurodeputata, sua nipote Pina, si è fatta viva?
«Macché. Non la sento e non la vedo che saranno sei mesi».
Addirittura?
«Probabilmente ha altro da fare».
Come litigare con la Cgil e rinfacciare alla Camusso di essere stata eletta con tessere false?
«Non so perché si comporti così. È un modo di agire che non comprendo. Eppure sono sei anni che è parlamentare: prima nazionale e ora europeo. Un po’ di esperienza l’avrà fatta ».
Invece?
«Agisce in un modo che mi lascia seriamente interdetto».
Ma non era stato lei a portarla in politica, a farle fare i primi passi, a farle conoscere De Mita e a consigliarla?
«Sì, certo. Ma ormai sono sei mesi che non la vedo e non la sento. E quando viene qui a Teano non si fa vedere. Forse parla con mio fratello, il papà».
Lei ha incarichi nel Pd?
«Sono un semplice iscritto. Poi, ora che ho risolto la mia lunga e sofferta vicenda giudiziaria, deciderò cosa fare».
Vuole tornare a candidarsi a sindaco di Teano?
«Non lo so, può darsi. Per il momento c’è mio nipote, Alfredo D’Andrea, radiologo, figlio di mia sorella e cugino di Pina, che ha una ottima stoffa politica. È all’opposizione in consiglio comunale, ma un anno e mezzo fa ha ricevuto un lusinghiero risultato personale: 500 voti».
Lui non critica la Cgil?
«Macché. Tuttavia, spero che questo conflitto con il sindacato si sani al più presto. Io ho una lunga storia democristiana alle spalle. E da dipendente regionale ho fatto attività sindacale con la Cisl. Ma mai avrei immaginato che un giorno il partito della sinistra, il Pd, potesse litigare con il suo sindacato, la Cgil».
Cosa è cambiato?
«Cosa vuole che le dica? Cambiano i tempi e cambiano le persone. Solo chi non ha una storia personale e politica alle spalle può consentirsi di sparare contro chiunque, anche contro il sindacato».
Lei è renziano o è rimasto bersaniano?
«Sono del Pd e basta. In un orizzonte così mobile anche i riferimenti nazionali evaporano presto».
Raffaele Picierno è picierniano?
«Ecco, preferisco fare riferimento a me stesso».
Una cosa però va ricordata per testimoniare l’affetto di Pina verso lo zio Raffaele: durante tutta la fase delle indagini e del processo (udienza preliminare) lei, l’eurodeputata, famosa nel mondo per le sue battaglie contro le illegalità, non ha mai proferita una sola parola sulla vicenda dello zio. In altri casi avrebbe fatto sfracelli.

 

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un commento

  1. Verità e giustizia

    Complimenti e auguri a una persona perbene come Raffaele. Caro SINDACO tu che i voti li conosci per nome e sono frutto del tuo sudato lavoro accanto alle persone allontana da te il “calice amaro” di una persona ingrata. Una che se non esita a calpestare uno zio diretto, che l’ha portata per mano nel partito, può mai avere qualche riguardo per lavoratori, cittadini e elettori? Questi sono i tempi di saltimbanchi e faccendieri che brigano con la destra per restare incollati a poltrone regalate per leggi truffa e non per consenso.