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CAIAZZO – ANTONIO DELLA ROCCA, SCOMPARE DOPO L’ULTIMO BACIO: UN MISTERO CHE DURA DA 35 ANNI

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Antonio Della Rocca: un mistero che dura dal 24 maggio del 1979
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L’auto di Antonio appena ripescata nel fiume

CAIAZZO –  Sono trascorsi 35 lunghissimi anni dalla scomparsa del giovane Antonio Della Rocca ma i familiari non trovano ancora pace fino a quando, almeno il corpo del loro carissimo congiunto non venga ritrovato. Almeno vogliono conoscere la sorte toccata a quel ragazzo, semplice, lavoratore, onesto.  Antonio Della Rocca scompare il lontano 24 maggio del 1979 quando aveva appena diciannove anni. Viene visto, per l’ultima volta davanti all’abitazione della sua fidanzata, una bella ragazza, residente a Villa Santa Croce. Il giovane Antonio era un gran lavoratore, ed era innamoratissimo di quella ragazza, all’epoca appena diciassettenne. Si reca da lei ogni sera per ritornare a casa intorno alle 22.

Antonio è regolare nelle sue abitudini, non fa mai tardi e se qualche volta dovesse capitare avvisa subito i familiari a cui è particolarmente legato; soprattutto alla sorella Elena. L’unico cruccio di Antonio è sposare, al più presto, la sua amata. Man mano che il fidanzamento va avanti nascono i primi dissidi con i genitori di lei che vedono troppo ossessiva la presenza di Antonio nella vita della figlia.

L’auto bruciata:
Nel mese di gennaio del 1979, mentre lui è in casa della fidanzata, gli viene rubata la sua “500” e data alle fiamme; ma non brucerà completamente dunque verrà rimessa a posto. Antonio non sembra preoccupato per l’accaduto e la sua vita va avanti come sempre.

L’ultimo bacio:
La sera del 24 maggio 1979 dice ai suoi genitori che sarebbe andato dalla sua ragazza e sarebbe ritornato come sempre intorno alle 22. Alle 21 circa lascia la casa del suo amore, sulla porta la bacia e poi si mette in macchina per raggiungere la sua casa, a Caiazzo. Pochi chilomteri che non percorrerà mai.  I genitori si preoccupano verso mezzanotte quando non vedono ritornare il figlio. Allarmati da questo inusuale ritardo si fanno prestare una macchina dalla figlia Elena e si recano a Villa S. Croce. I familiari della fanciulla riferiscono che Antonio è andato via come sempre poco dopo le 21. Passa la notte, arriva l’alba ma di Antonio nessuna notizia. Allora i genitori ritornano a Villa S. Croce e questa volta però, stranamente, non vengono ricevuti dai familiari della ragazza.  Appare, agli occhi dei genitori di Antonio, subito chiaro che quella famiglia sappia più di quello che dice tanto che l’attenzione degli investigatori per loro è molto forte.

Gli arresti e le condanne:
I genitori della findanzata di Antonio, dopo alcuni mesi vengono arrestati per simulazione di reato. Infatti, non si sa bene a quale scopo, simularono un furto nella loro casa. La condanna è di tre anni per marito e moglie. Nella vicenda vengono coinvolti anche alcuni zii della ragazza, anche loro  condannati dal giudice di Piedimonte Matese, insieme alla stessa ragazza, a due anni di carcere per falsa testimonianza.
Avrebbero infatti affermato che la sera della scomparsa di Antonio i genitori della 17enne erano loro ospiti. Gli investigatori invece riuscirono a provare la falsità di tale testimonianza.

Passano i giorni, i mesi, di Antonio nessuna notizia, si cerca ormai il cadavere del giovane, si scava in molti punti, si scandagliano pozzi, torrenti; sembra che da un momento all’altro ci possa essere la svolta che però non arriva. Sembra pure che il colpevole possa confessare da un minuto all’altro; ma anche in questo caso l’illusione resta tale.

La telefonata: cercate il corpo di Antonio nel Volturno
Improvvisamente in un negozio di Caiazzo arriva una telefonata anonima che dice di cercare il corpo e l’auto di Antonio nel vicino fiume Volturno. Iniziano le ricerche, il fiume è lungo e profondo così il tempo passa. Allora il misterioso interlocutore telefonico si rifà vivo, questa volta per indicare il punto esatto dove cercare. Si tratta della zona della Fagianeria, a pochi passi da Caiazzo. Dopo poche ore l’auto è tirata fuori dall’acqua ma all’interno il corpo di Antonio non c’è. Dentro l’auto una scarpa del giovane ed il suo portafogli, null’altro. All’esterno l’auto presenta alcuni fori di proiettili ma all’interno non vi sono macchie di sangue. Da allora, nonostante l’interessamento di “chi l’ha visto?” e di altri programmi televisivi e soprattutto delle continue ricerche fatte dai familiari la sorte toccata al giovane Antonio è ancora un mistero.

L’unica certezza in tutta questa storia è la possibilità di escludere una fuga volontaria di Antonio. Egli infatti non sarebbe stato capace di allontanarsi dalla sua ragazza per molto tempo. Dopo 35 anni il mistero resiste ancora. Servirebbero nuove indagini per capire meglio l’intera vicenda che ha fatto svanire nel nulla il 19enne

 

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