CASERTA (di Nando Silvestri) – Non bastava la calura di questi giorni a far sbuffare i contribuenti casertani, ci si è messa pure la Tasi con valanghe di avvisi di pagamento sballati recapitati ai cittadini sbigottiti e già sufficientemente provati dagli errori delle passate notifiche di pagamento della tassa sui rifiuti. Al rientro dalle vacanze estive i casertani si sono difatti visti consegnare, a poche ore dalla scadenza prevista per il 31 agosto, un enorme stuolo di strampalate notifiche di versamento della tassa sui servizi indivisibili. Molti contribuenti che avevano già corrisposto il nuovo balzello congiuntamente a quello dell’Imu lo scorso giugno, sono stati raggiunti dallo stesso ordine di pagamento e indotti così a versare 2 volte lo stesso tributo, fuorviati dalle notificazioni emesse dalla società che gestisce la riscossione delle imposte per conto del Comune di Caserta. Ma come se ciò non bastasse molti cittadini hanno dovuto anche accogliere loro malgrado avvisi di pagamento pertinenti alla Tasi in ragione di appartamenti e proprietà che non hanno mai posseduto effettivamente. Ancora una volta lo statuto dei Diritti del Contribuente che statuisce la chiarezza dell’imposta va a farsi friggere per cedere il passo al caos e all’incertezza tanto cari a chi si raccomanda per battere cassa a più non posso. Ma i guai non vengono mai da soli, si sa, e al danno le istituzioni hanno aggiunto la beffa. Proprio i servizi che abbiamo pagato profumatamente, spesso 2 volte, languono nel totale disinteresse istituzionale. Da corso Trieste a Rione Tescione non c’è traccia di manutenzione stradale, di controllo e di sanzionamento dei trasgressori. Un’ampia coltre di deiezioni animali ristagna al centro città e in periferia assieme ai sacchetti della spazzatura non ritirati, a segnaletica, panchine e pavimentazioni divelte di piazza Aldo Moro e via Tescione. Per l’ennesima volta gli intransigenti proclami di istituzioni locali e premiata ditta Publiservizi srl sono destituiti di qualunque fondamento reale, unitamente alla pretesa di far pagare agli edicolanti casertani un coefficiente doppio rispetto alla media nazionale per un suolo pubblico così malandato.
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