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CASAL DI PRINCIPE – Falda acquifera inquinata, sequestrati 10 pozzi. La provincia di Caserta davvero sfortunata: anche le menti criminali sono state mediocri

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CASAL DI PRINCIPE – La provincia di Caserta si dimostra sempre più di essere una terra davvero sfortunata. Fra tutte le disgrazie che ha subito anche quella di aver dovuto subire l’azione di menti criminali mediocri. Solo dei mediocri, infatti, hanno potuto pensare e attuare la sepoltura di rifiuti sotto casa propria. Una sfortuna davvero incredibile. Lo conferma l’ultima azione, attuata questa mattina dai carabinieri: dieci pozzi di captazione di acqua sono stati sequestrati dai carabinieri a Casal di Principe in quanto contaminati da sostanze inquinanti. La loro acqua serviva a coltivare i campi. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia a seguito dei carotaggi eseguiti nei mesi scorsi nell’ambito di una più ampia indagine che ha permesso di dare anche riscontro alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che avevano riferito dello sversamento di rifiuti speciali e pericolosi. Un’attività, quella posta in essere dai clan dei Casalesi (fazione degli Schiavone) tra gli anni ‘80 e ‘90. Le successive analisi, disposte dalla magistratura, hanno accertato la presenza di stagno, berillo ed idrocarburi e la contaminazione della falda. Contaminazione che sarebbe la conseguenza dell’interramento delle sostanze inquinanti. I pozzi sequestrati sono stati affidati ai proprietari. Lo stesso decreto di sequestro preventivo è stato notificate a quattro persone, ritenute affiliate al clan dei Casalesi, ritenute responsabili, a vario titolo titolo, di adulterazione delle acque con l’aggravante del metodo mafioso.

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