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PRATA SANNITA / PIEDIMONTE MATESE / GIOIA SANNITICA – Blitz della Finanza all’ufficio tecnico, nell’inchiesta coinvolta anche la cugina di Terreri e l’impresa Termotetti

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PRATA SANNITA / PIEDIMONTE MATESE / GIOIA SANNITICA –  L’imponente blitz attuato l’altro ieri dalle fiamme gialle ha coinvolto, oltre al muncipio del capoluogo matesino, anche lo studio tecnico della fidatissima collaboratrice di Pietro Terreri, capo dell’ufficio tecnico comunale piedimonte, settore urbanistica. Sarebbe stata perquisita anche l’abitazione del professionista.

Nell’indagine sarebbe coinvolta anche l’impresa Termotetti di Gioia Sannitica che, negli ultimi tempi, sembra aver trovato la strada giusta per “conquistare” i “cuori” degli amministratori matesini e delle commissioni di gara. Ad agire, l’altro giorno due reparti: il nucleo di polizia tributaria di Caserta e quello di Piedimonte Matese.

La perquisizione all’interno dello studio di Prata Sannita – 2 AM Studio, pare della cugina dello stesso Terreri – sarebbe andata avanti per diverse ore.  L’azione delle fiamme gialle nascerebbe da due distinti procedimenti penali che avrebbero portato gli investigatori ad agire per acquisire documentazioni necessarie all’inchiesta.

Il Blitz della Guardia di Finanza nel muncipio del capoluogo matesino è scattato l’altra mattina. Per molte  ore diversi agenti delle fiamme gialle avrebbero  effettuato una perquisizione  – con probabile acquisizione di atti e documentazione –  all’interno dell’ufficio tecnico comunale, settore urbanistica, guidato dall’ingegnere Pietro Terreri.  Poi un gruppo di finanzieri ha raggiunto Prata Sannita perestendere l’azione anche allo studio della cugina del rpofessionista. Da qualche tempo l’ufficio tecnico del comune di Piedimonte Matese è finito nell’occhio del ciclone anche per la presenza di Raffaele Macchione, professinistia nel quale  sindaco Vincenzo Cappello aveva riposto la sua fiducia per la gestione del settore lavori pubblici. La condanna inflitta dai giudici a Macchione con l’accusa di aver favorito i clan, ha costretto lo stesso professionista alle dimissioni. Ma le polemiche intorno all’ufficio tecnico non si limiterebbero a questo particolare. Oggi arriva l’azione delle fiamme gialle che probabilmente amplificherà le polemiche sull’ufficio tecnico di Piedimonte Matese e sulla sua gestione.

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2 commenti

  1. Bene.Ogni comune deve essere passato al setaccio.I più si candidano per farsi gli affari loro.C’è corruzione ovunque.

  2. Giuseppe (Geppino) Martellolo

    Caro Pietro Terreri, caro ex amico mio, “EX” non certo a seguito delle ultime evoluzioni che ti riguardano, ma per motivi umani che riguardano le nostre rispettive sfere personali che tu ben conosci, cosi come conosci la mia lealtà (da non confondere con “complicità) non solo nei tuoi confronti, e conosci il mio valore professionale, avendo io lavorato sotto il tuo comando e a cui fui destinato per ragioni avulse dal senso di efficienza, svolgendo mansioni al di sopra del mio profilo professionale e scolastico (categoria B, terza media e prima media ripetuta tre volte) e sai quante problematiche in completa solitudine fisica e mentale sono riuscito a fronteggiare, mentre il parassitismo dilagante all’interno del nostro posto di lavoro si beava della mia condizione di stress e delle nostre memorabili liti dalla sua comoda postazione di (non) lavoro, tollerato e coccolato da questa politica improvvisata e da sindacati che farebbero vergognare perfino un crumiro. Ma, ammetto, sei l’unico che mi ha saputo ascoltare e capire ed io sono l’unico tuo subordinato che ti ha tenuto testa tra un nugolo ampio di accondiscendenti che ti adulavano solo perchè costituivi il mezzo per arrivare alle solite prebende tramite l’abusato esercizio del “premio incontivante”, un mese si e l’altro pure e di cui lo scrivente non ha mai beneficiato, se non in rare e meritate circostanze dimostrabili e addirittura in taluni casi ha perfino rinunciato “formalmente” ritenendolo immeritato. Tu stesso, per questo mio comportamento lavorativo hai ritenuto di encomiarmi con carta, penna e protocollo, anche se di quell’encomio rimane solo il tuo personale riconoscimento e il mio personale apprezzamento, ma di certo non ha accompagnato nessuna carriera brillante, ne ha rimpinguato il mio perenne “profondo rosso”, nè è servito per evitare altri continui trasferimenti (ben 42 dall’inizio della mia carriera lavorativa, per ragioni meramente politiche). Ma come tu ben sai, non ripongo nel denaro la mia soddisfazione, ma unicamente nel mio genio creativo e in quello delle mie estensioni (figlie) note ai più, ma non nella loro città, dove la mediocrità rappresenta l’esempio da seguire e che, per fortuna, vivono e vivranno lontano da qui.
    Peccato, però, che ad un certo punto del nostro brillante rapporto, per ragioni a me sconosciute, mi hai scaricato come un panno vecchio, facendomi intendere che ero diventato un “corpo estraneo”, quando per gli stessi motivi di cui sopra, in un mondo normale sarei stato apprezzato e premiato. Invece ha prevalso la solita cultura, i soliti noti, da cui hai attinto servigi a piene mani e loro da te “euri”, dopo essere rimasto al tuo fianco su tua stessa richiesta, rinunciando a collocazioni per me più gradite e stimolanti, nonostante il rischio di essere confuso con il solito andazzo.
    Ma non ti biasimo caro Pietro, nè ti giudico, nè ti allontano come la peste come immagino staranno ora facendo i tuoi vecchi adulatori svelandoti finalmente la loro vera natura di gente da dozzina, o i questuanti dell’incarico.
    Spero sinceramente che tu esca indenne da quello che leggo sugli organi di informazione e un giorno magari riconciliarci davanti ad una birra fresca, perchè vedo una scintilla umana in te, che certamente non vedo nei doppio e tripli giochisti che speculano ora sulle tue disgrazie, nonostante le mille false smancerie che ti dedicano. In caso contrario, sai già come la penso, perchè conosci bene il mio senso dell’etica, che è lo stesso con il quale ho cresciuto le mie figlie: chi ha sbagliato che paghi. Oppure come EnricoV che fece impiccare tra le lacrime il suo miglior amico per il furto di un cavallo pur di mantenere la barra dritta e conquistare la Francia con senso dell’onore. Ma al di là delle ragioni personali che ci hanno portato a non salutarci più, nutro comunque per te un sincero, profondo e disinteressatto affetto e chiudo questa mia con un consigio reiterato: allontana la feccia, circondati di veri uomini, perchè questa è una guerra e solo i forti, solo i duri, solo gli onesti posso vincere, prima che, come dice l’antico proverbio, non saranno proprio i servi di un tempo ad infliggere le prime e più vigorose frustate al padrone, o ad insaponare la corda che lo impiccherà.

    Tuo, G. Martello