VAIRANO PATENORA – Vendevano falsi posti di lavoro presso il ministero. Sei persone, quasi tutte della zona sotto processo. L’ultima udienza è stata rinviata al prossimo autunno. Quando si tornerà in aula saranno ascoltate alcune delle vittime, anche queste quasi tutte della zona del vairanese e dei comuni vicini. Sono sei, secondo la Procura della Repubblica di Roma, i componenti del sodalizio accusato di aver venduto falsi posti di lavoro presso il Ministero delle attività Culturali. Cinque figure sono state già individuate: la mente, Ivan Cocco Campitelli, venne arrestata – diversi mesi fa – e i quattro complici denunciati a piede libero. Si tratta del vairanese Ermanno Caiazza, Iolanda Esposito, Filippo Corvino e Giuseppe Piccolo. Una sesta persona è ancora da indentificare, veninva presentato come il dottor Merola, dirigente del Ministero. Sarebbero undici le persone truffate dal gruppo. Fra loro ci sarebbero quattro donne e sette uomini., tutti giovanissimi.La truffa messa in piedi da Cocco avrebbe fruttato oltre 150mila euro. Mediamente ogni “cliente” pagava circa 13mila euro. A volte si arrivava anche a 20mila euro. Quasi sempre giovani vicini ai trenta anni, alla ricerca disperata di un impiego “sicuro”. Per tranquillizzare le proprie vittime, Ivan Cocco Campitelli – 47enne di Vairano Patenora, ma da tempo domiciliato a Caserta – non esitava a produrre documentazione falsa, con tanto di stemma del Ministero, timbri e firme. Comunicazioni che così apparivano quasi reali. Ma la felicità di intere famiglie è durata giusto il tempo di arrivare a Roma dove le vittime realizzavano d’essere state ingannate. La rabbia ha portato numerose vittime dai carabinieri a denunciare la truffa subita.
Certo che questi che “vendevano” i posti non erano molto corretti, ma pure chi li “comprava” non era da meno. Facciamo Fifty fifty?