CASERTA – Camnorra, il neo pentito Iovine “scopre l’acqua calda”: i sindaci erano a disposizione dei clan

CASERTA – Casalesi, il neo pentito Antonio Iovine, scopre l’acqua calda e afferma: “I sindaci di destra e di sinistra erano a disposizione del clan dei casalesi”. Ma va? Roba da non credere!  Sinceramente da un boss del calibro di Iovine ci si aspettava qualche dichiarazione maggiormente incisiva. Infatti, il concetto espresso dal boss è una condizione chiara come il sole, da molto tempo. Da oltre trenta anni, infatti, c’è stato il salto di qualità in base al quale se prima erano i politici a servisi dei canmorristi per essere eletti; poi sono stati (appunto da trenta anni a quest aparte) i malavitosi a servisi dei politici. Il sistema politico-amministrativo, quindi, è rimasto prigioniero della malavita organizzata che ha trovato facile terreno in una classe dirigente – in gran parte –  corrotta, mediocre e famelica.  Basta guardarsi in giro, semplicemente. Si vedono, infatti, imprese in odore di camorra lavorare sempre negli stessi comuni,  vincere tutte le gare, si notano sindaci a braccetto con personaggi “scomodi”. Insomma, le affermazioni di Iovine, finora, non spostano una virgola di quello che già era certezza. Che facesse, invece, il boss, i nome, che dicesse le circostanze, indicasse le concussioni, le corruzioni e tutte le turbative commesse.  Del resto i processi Normadia e Normandia2 hanno già chiarito benissimo le dinamiche in base alle quali molti sindaci erano al servizio della malavita.  ”C’erano soldi per tutti in un sistema che era completamente corrotto, soldi anche per sindaci. In questo ambito naturalmente – ha aggiunto Iovine – si deve considerare anche la parte politica ed i sindaci dei comuni i quali avevano l’interesse a favorire essi stessi e alcuni imprenditori in rapporto con il clan per avere dei vantaggi durante le campagne elettorali in termini di voti e finanziamenti. Non aveva alcuna differenza il colore politico del sindaco – ha aggiunto – perche’ il sistema era ed e’ operante allo stesso modo”. Questo, in estrema sintesi il concetto espresso da Iovine ai magistrati. restiamo in attesa di “dettagli”.