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CAIAZZO – “Anaconda”, usura ed estorsioni: ecco tutti i nomi e le richieste di pene. C’è anche una donna di Caiazzo. Per lei l’accusa chiede quattro anni di carcere

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CAIAZZO – Usura, è  Anaconda il nome in codice dell’operazione che vede coinvolte diverse persone. Fra loro anche una donna di Caiazzo. Le accuse a vario titolo: usura ed estorsione. Tartaglia Polcini ha snocciolato le pene per ciascun imputato: 15 anni e 5mila euro di multa per Antonio Biondillo, 50 anni, di San Felice a Cancello; 4 anni e 10mila euro per Giuseppina Salvatore, 35 anni, di Caiazzo; 9 anni e 15mila euro per Antonio Del Vecchio, 57 anni; 6 anni e 10mila euro per Sergio Ferretti, 40 anni, di Telese Terme; 5 anni e 9mila euro per Michele Sicignano, 48 anni, di Scafati, e Marco Noviello, 44 anni, di Castelvolturno; 4 anni e 10mila euro per Claudia Dresia, 40 anni, di Telese Terme; 4 anni e 8mila euro per Stefano Marocco, 36 anni, di San Salvatore Telesino; 3 anni e 6mila euro per Filippo D’Alterio, 62 anni, di Amorosi; Emilio Di Mezza, 55 anni; Gaetano Cutillo, 66 anni, Catello Alfano, 41 anni, anche loro di Telese Terme; Raffaele Coppola, 52 anni, di San Salvatore Telesino; Francesco Migliore, 39 anni, di Airola. Infine, 1 anno e 6 mesi per Laura Iannotti, 62 anni, dipendente del Comune di Telese Terme, accusata soltanto di falso materiale ed ideologico: avrebbe effettuato l’autentica della firma per la liberatoria degli effetti cambiari senza che il creditore (indicato come colui che avrebbe prestato i soldi con interessi usurari) fosse presente alla compilazione dell’atto. Dopo aver sottolineato che “le decine di parti offese – imprenditori e cittadini che, espulsi dal circuito legale del credito, si sono rivolti non ad una organizzazione ma ad una rete – non si conoscevano tra loro”, il Pm ha fornito due diverse chiavi di lettura dei fatti contestati, ipotizzando, ad esempio, “un complotto: le vittime si mettono d’accordo e denunciano”. Ma – ha aggiunto – “chi può credere ad una cosa simile oppure a gesti di cortesia tra amici?”. E allora – ha affondato – è “necessario aderire solo alla realtà, al contenuto delle intercettazioni, alle dichiarazioni ascoltate in aula, ad un dato che nessuna delle parti ha escluso: nessuno ha negato il prestito dei soldi, si è discusso delle modalità e del calcolo degli interessi». Ecco perchè – si è rivolto al collegio giudicante – “è indispensabile non tradire la fiducia di quanti l’hanno riposta nella magistratura..”. Il processo proseguirà il 18 giugno con gli interventi dei legali di parte civile e della difesa. Un ruolo quest’ultimo nel quale sono impegnati gli avvocati Claudio Sgambato, Giuseppe Maturo, Ettore Marcarelli, Andrea De Longis junior, Angelo Leone, Marcello D’Auria, Vittorio Fucci, Salvatore Verrillo, Stefano Pescatore, Vincenzo Gallo, Luca Parrillo e Ferdinando Letizia. Si sono costituite parti civili alcune delle presunte vittime (assistite, tra gli altri, dagli avvocati Pellegrino Cavuoto, Aldo Minauro e Massimiliano Micco) e l’associazione Alilacco con l’avvocato Andrea Croce. Diciannove, complessivamente, le persone coinvolte nell’indagine: due, come detto, sono decedute, altrettante sono già state condannate. Dalla stessa inchiesta è poi ‘gemmato’ un altro filone che ha portato ad ulteriori due condanne.

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