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GIOIA SANNITICA – Scaraventò la fidanzata nel dirupo, Orsino condannato a due anni e mezzo

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Gioia Sannitica – Due anni e mezzo di reclusione per Davide Orsino. Questa la sentenza emessa dal giudice al termine del processo di primo grado contro il giovane che dopo una lite scaraventò la sua giovanissima fidanzata in un dirupo. Attualmente Orsino è affidato in una comunità a L’Aquila. Soddisfatta la famiglia della vittima: “Anche se due anni e mezzo possono sembrare pochi, per la nostra famiglia è una soddisfazione perché giustizia è stata fatta. Ridurre in quelle condizioni una ragazzina di 15 anni, mentre lui ne aveva quasi 30, fu tremendo. La mamma di Jessica, per altro, era separata e gli è caduto il mondo addosso. Per quelle bestialità subite, Jessica fu costretta a indossare il busto per quattro mesi e riportò la frattura di tre vertebre.”Era il 28 gennaio 2013, quando Davide Orsino, oggi 26enne di Gioia Sannitica, scaraventò la piccola Jessica di appena 15 anni, originaria di Sant’Angelo d’Alife, nelle acque del fiume Titerno a Faicchio dove la ragazza si era trasferita con la sua famiglia. Era la “punizione” per l’ennesimo rifiuto della ragazzina a ritornare insieme a lui. I legali di Orsino avevano scelto e ottenuto il rito abbreviato, per cui c’è stato un sensibile abbassamento della pena, mentre il legale di Jessica – l’avvocato Giovanna Mastrati – si è costituita in nome e per conto della famiglia della minorenne, parte civile.

I fatti raccontati dalla madre della vittima –  Oltre dieci denunce in un anno per maltrattamenti. Mai una misura restrittiva nei confronti del presunto aggressore. Secondo quanto contenuto nell’ultima querela in ordine di tempo, sporta  dalla mamma di Jessica, il 25enne di Gioia Sannitica si sarebbe recato a casa della minore prelevandola e portandola in una località nei pressi di un fiume. Successivamente l’avrebbe spinta in un dirupo e sarebbe poi scappato via omettendo di soccorrere la vittima. Alla base del gesto l’ennesimo rifiuto da parte della figlia Jessica al giovane col quale in precedenza avrebbe avuto una relazione amorosa durata qualche mese. Relazione successivamente troncata proprio per volontà della ragazza. Jessica, con le sue forze, sarebbe riuscita a risalire in superficie. A quel punto, avrebbe voluto chiamare i suoi genitori per avvisarli dell’accaduto, ma si sarebbe accorta di non avere più con sé il cellulare. Così, con non poca fatica, si sarebbe incamminata e avrebbe iniziato ad invocare aiuto a gran voce. Per sua fortuna, alcuni passanti l’avrebbero notata e le avrebbero immediatamente prestato soccorso. L’adolescente sarebbe poi riuscita finalmente a contattare la mamma. Poco dopo, veniva accompagnata dal genitore presso l’ospedale di Piedimonte Matese.

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un commento

  1. Pena risibile!