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SANT’ANGELO D’ALIFE – Scuola: il coraggio di Raviele esempio da seguire

scuola elementare

SANT’ANGELO D’ALIFE (fm) – Ci sono momenti nella vita di un uomo contornati dall’alone della soddisfazione perché giustizia è stata finalmente fatta. Ma molto spesso questi momenti di soddisfazione celano un non toppo velato retrogusto di amarezza. Perché un verdetto capace di ripristinare veridicità e giustizia è talvolta preceduto da una qualche forma di dispiacere. E non esiste giustizia alcuna in grado di ripagare fino in fondo l’animo umano dopo un dolore pregresso. Quello resta. Te lo porti dentro. E anche se ci si impegna ad ostentare gioia per una sentenza che di colpo restituisce dignità e verità, contestualmente, è un esercizio articolato e quello di non abbandonarsi al richiamo di quel sentimento così viscerale chiamato rabbia. Rabbia nei confronti di chi, agendo attraverso meccanismi poco inclini al buon senso, non ha esitato un solo attimo per arrecare un danno nei confronti di un minore. Per di più, diversamente abile. Quale ferita al mondo può essere più grande per un genitore rispetto a quella di vedere negati sacrosanti diritti ad un figlio portatore di handicap? Nella missiva che il signor Raviale (al cui figlio era stato negato il diritto ad usufruire di un’insegnante di sostegno per un numero di ore adeguato alla sua grave patologia) invia alla nostra redazione, emerge con disarmante chiarezza questo crogiuolo di sentimenti così opposti. Ma il signor Raviele, oltre a manifestare gioia intrisa ad amarezza, trova il modo di evidenziare un aspetto fondamentale che non va assolutamente sottaciuto: nell’istituto “Falcone” non sono tutti uguali. Dopotutto, è anche vero che scontrarsi contro il muro dell’autoritarismo unilaterale è una operazione che spesso necessita della piena affermazione di un rinnovamento culturale ed emotivo che svegli le coscienze di molti dormienti. Ma ora che il campo base è ormai alle spalle, ora che la giustizia ha fatto il suo corso, ora che il sentiero è tracciato, sognare una scuola migliore finalmente si può.

Riportiamo integralmente la lettera inviata alla nostra redazione dal signor Francesco Raviele.

Gent.mo Paesenews.it, sono il papà del piccolo A. Raviele, il bambino diversamente abile a cui era stato negato il suo diritto ad usufruire di un’insegnante di sostegno per un numero di ore adeguato alla sua grave patologia. Mi rivolgo nuovamente a voi, che già avete dato spazio ai miei appelli in precedenza. Lo scorso 24 aprile, finalmente, il TAR ha dato ragione alle mie richieste e ha punito la dirigente scolastica della scuola di Sant’Angelo d’Alife, che, con le sue collaboratrici di Sant’Angelo non aveva dato l’insegnante a mio figlio: infatti mio figlio all’inizio dell’anno non ha avuto nessuna insegnante, poi la vicepreside gli ha assegnato 12 ore, togliendole ad un’altra bambina di Sant’Angelo, poi gli ha dato altre 5 ore e alla fine ha aggiunto 5 ore con un OSA, che è solo un assistente materiale. Come si fa a sostituire una maestra con un OSA?? HO VINTO, ho dimostrato di avere ragione e sono soddisfatto; mi resta però il dispiacere perché ormai l’anno scolastico è finito e il mio bambino che già lo scorso anno è stato bocciato da maestre che non capiscono i problemi dei bambini disabili non ha avuto un insegnamento valido. Io purtroppo non avevo la disponibilità economica per oppormi a quella bocciatura, ma so anche che queste maestre hanno agito così anche in passato. Come pagherà chi ha sbagliato? Come si può fare per evitare che queste cose accadano di nuovo a bambini come mio figlio? Perché non viene un ispettore a mettere ordine? Caro Paesenews.it, aiutatemi a far conoscere a tutti quello che è successo a me. Ringrazio in primo luogo gli avvocati che mi hanno seguito in questa triste vicenda e che mi hanno aiutato nello scrivere queste lettere. Ringrazio la stampa che mi ha seguito e voi di Paesenews, e ringrazio infine tanta parte “sana” della scuola che fortunatamente è ancora la stragrande maggioranza”.

Francesco Raviele

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