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NAPOLI – Scandalo rimborsi in Regione, la Procura chiede 55 rinvii a giudizio e 13 archiviazioni. Ecco tutti i nomi

NAPOLI – La Procura di Napoli ha chiuso le indagini sui rimborsi dei consiglieri regionali, secondo gli investigatori sono 52 i consiglieri da processare e con loro tre fornitori. Sono, invece, 13 le posizioni da archiviare. L’inchiesta riguarda il biennio 2010-2012 sul presunto uso improprio dei fondi per i consiglieri regionali della Campania nel cosiddetto capitolato di spesa detto ‘funzionamento dei gruppi’.  Tra gli indagati figurano anche il sottosegretario Pd Umberto Del Basso De Caro e i senatori Domenico De Siano, coordinatore regionale di Forza Italia, ed Eva Longo, componente del gruppo di Fi a Palazzo Madama. Le ipotesi di reato vanno dal peculato alla truffa.  Le accuse. I consiglieri regionali, che con l’avviso di chiusura indagini, da indagati diventano imputati, sono tutti appartenenti all’attuale consiliatura tranne che Pietro Diodato che invece e’ indagato per truffa per l’erogazione dei fondi regionali riguardanti la comunicazione nella precedente consiliatura. L’indagini e’ stata diretta dal pm Giancarlo Novelli coordinato dall’aggiunto Alfonso D’Avino. Tra le richieste di archiviazione c’e’ anche quella per Fulvio Martusciello, assessore regionale alle Attivita’ produttive ed ex capogruppo del Pdl. Negli avvisi di conclusione delle indagini si fa inoltre riferimento a nuovi casi di presunte irregolarita’, come l’acquisto di cravatte da parte di consiglieri del Pd, giustificato dal capogruppo Giuseppe Russo come gadget. Tra le spese sostenute da alcuni consigliere del Pd e poi portate al rimborso, per i pm indebitamente, ci sono anche quelle per la campagna elettorale di un candidato a sindaco del Comune di Agerola. Il presidente della Regione Stefano Caldoro non era coinvolto in questa indagine. Oltre a Fulvio Martusciello, la Procura ha chiesto l’archiviazione anche per Carlo Aveta, Nicola Caputo, ma solo per il reato di peculato, Biancamaria D’Angelo, Lucia Esposito, Angelo Marino, Francesco Vincenzo Nappi, Sergio Nappi, che era stato coinvolto nell’accusa di truffa, Gennaro Oliviero, Angelo Polverino, Ettore Zecchino, Annalisa Vessillo Pisacane, Carmine Sommese. Secondo la Procura di Napoli molti consiglieri si sarebbero appropriati di somme non utilizzandole per le attivita’ istituzionali ma per fini privati. Secondo gli inquirenti il partito che ha preso maggiori soldi sarebbe l’Idv, con una ipotesi del 95 per cento di fondi illegittimamente assegnati. Segue il Nuovo Psi con il 91, il Pdl con l’89, il Pd con l’82 e l’Udc con il 65 per cento dei fondi. L’indagine ‘scoppia’ il 21 settembre del 2012 quando le forze dell’ordine con un decreto di sequestro, ispeziona la sede del Consiglio regionale al Centro Direzionale di Napoli. Tre i fondi che finiscono nel mirino dei magistrati: funzionamento dei gruppi consiliari con 1.055.981 euro, comunicazione con 1.523.000 euro, assistenza per le attivita’ istituzionali con 1.891.000 euro. Dall’accusata esamina dei documenti sono spuntante fatture false solo per ottenere i rimborsi. E’ stato cosi’ che il 20 dicembre 2012 fu arrestato il consigliere Pdl Massimo Ianniccello: avrebbe ottenuto 63.000 euro grazie a fatture di una societa’ ‘fantasma’. Ad aprile del 2012 ai domiciliari finisce invece Sergio Nappi finisce ai domiciliari mentre Raffaele Sentiero all’obbligo di dimora: stesso reato contestato a Ianniciello. A luglio l’epilogo con 57 avvisi a comparire per tutti i consiglieri. A febbraio Gennaro Salvatore viene arrestato con l’accusa di peculato aggravato e continuato.

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