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PIEDIMONTE MATESE – Municipio, casse in “affanno”. Oltre 4milioni di euro di esposizione

PIEDIMONTE MATESE  –  Una pesante esposizione debitoria – accumulata nel corso degli anni – peserebbe sulle casse comunali. Non è possibile fare un calcolo preciso del totale, per i “soliti” giochetti dei debiti fuori bilancio, tuttavia ci sono voci che parlano di una esposizione che sfiorerebbe i 4milioni di euro. Una situazione finanziaria, quella del comune guidato dal sindaco Vincenzo Cappello che non differisce molto da quella degli altri enti. Una situazione di collasso che non risparmia nessun ente municipale, ormai anche per colpa di manovre del governo centrale che oltre ad operare continui tagli, “garantisce” l’instabilità delle entrate con continui modifiche della legge finanziaria. L’ultimo caso, quello più emblematico, è relativo all’Imu, con ipotesi prima iscritte in bilancio e poi “scomparse” per decisione del governo centrale.
Se per i Comuni valessero le stesse regole delle aziende, una buona parte avrebbero portato i libri in tribunale, soffocati dai debiti. O peggio sarebbero finiti in bancarotta fraudolenta in virtù di qualche storiaccia di tangenti come ci insegnano purtroppo le cronache. Fatto sta – in generale –  che  decenni di finanza allegra unita a faciloneria, ingenuità e incompetenza hanno impoverito le casse municipali generando un debito complessivo di 70 miliardi di euro, se si mette nel conto anche il buco nero delle finanze della Capitale dove pure si sono cimentati sindaci “blasonati” come Francesco Rutelli e Walter Veltroni più abili forse a masticare di politica che di conti correnti. Fatto sta che, per tornare al confronto con la vita finanziaria e amministrativa di un’azienda, oltre il 50 per cento dei Comuni italiani spendono il 120/130 per cento di quanto incassano da tasse, balzelli e finanziamenti dello Stato. Con il risultato di essere ancora più indebitati dello Stato stesso alla faccia delle grandi aspirazioni di maggiore autonomia. Una situazione che, se da una parte spiega il grande ricorso alla tecnologia investigativa da parte degli amministratori (una telecamera che fa le multe è una sorta di bacchetta magica per le casse vuote) che non potendosela prendere né con i predecessori né con il destino cieco e baro, finiscono per sparare a zero contro gli automobilisti, dall’altra finisce per indebitare tutti noi. E qualcuno anche più degli altri. Già, perché se è vero che il debito virtuale accumulato dai Comuni per ogni cittadino italiano è di 1.100 euro, ci sono città dove la cambiale è quattro o addirittura cinque volte superiore. Come accade a Torino e a Milano dove l’evoluzione del debito pro capite è rispettivamente di 5.564 e 4.012 euro, quasi il doppio di Potenza (2.774), Napoli (2.739), Genova (2.735), Ancona, Firenze e via discorrendo. Dati tutt’altro che trascurabili, sui quali a dispetto di qualche ritocco in positivo, c’è il timore che in futuro vada sempre peggio. A Milano in particolare dove le grandi spese previste per l’Expo 2015 potrebbero addirittura far raddoppiare l’esposizione attuale. Le cifre che ha fornito la Corte dei Conti sommando ricchezze e miserie delle pubbliche amministrazioni, se ne ricava che Torino e Milano sono le città più indebitate, ma che con loro ci sono altri 220 Comuni che hanno dichiarato pesanti disavanzi corredati da note e osservazioni su come hanno tentato di fare i salti mortali per tenere in piedi la baracca.

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