calvi risorta. Il dramma degli incendi boschivi riparte – puntuale – con l’arrivo del sol leone.
Senza sosta, attraverso una metodologia ben precisa che vede divampare focolai, quasi contemporaneamente, in più punti. Pochi giorni fa un incendio di vaste proporzioni ha raso al suolo intere colline ai margini sud della catena montuosa del Montemaggiore.
Decine e decine di ettari di macchia mediterranea e di bosco sono andati in fumo in un vasto territorio a cavallo fra i comuni di Pignataro Maggiore, Giano Vetusto, e Calvi Risorta.
Le fiamme sono rimaste attive per circa due giorni con un solo elicottero – almeno per gran parte del tempo – impegnato a contrastare un fronte di oltre un chilometro di fuoco. Così, metro dopo metro, intere colline sono finite miseramente in fumo. Tutto conferma l’azione criminale sistematica protesa alla distruzione di quei boschi che rappresentano – certamente – una delle ultime zone ancora selvagge dell’intera provincia di Caserta.
Le fiamme, ogni anno, divorano sempre gli stessi punti, sempre le stesse aree, riducono in cenere centinaia di ettari di montagna che costituiscono un pregiatissimo microcosmo per animali e piante.
Micidiale la tecnica con cui si appiccano i roghi in punti diversi, sia per favorire l’allargamento del fronte, sia per rendere più difficile i soccorsi.
Pochi i dubbi sul fatto che il fuoco venga innescato da azioni dolose.
E’ enorme il costo, per la collettività che paga per le opere di soccorso necessarie per lo spegnimento e la messa in sicurezza delle aree interessate dal fuoco.
Quasi mai i colpevoli vengono individuati e puniti. Sotto accusa, per primi, finiscono, i bracconieri – molto attivi in zona e i cercatori di asparagi, un specie che cresce meglio dopo il passaggio del fuoco.
La legge vieta per lunghi anni qualsiasi tipo di attività nelle aree percorse dal fuoco. Mancano però i controlli per garantire il rispetto di queste regole.
Bisognerebbe indagare sui motivi per i quali ogni anno il fuoco parte quasi sempre dagli stessip unti, distruggendo sempre le stesse aree. Non è concepibile che in un decennio non venga individuato un solo responsabile di tale devastazione.
gdm
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