PRATA SANNITA – Si avvicina la prima fase del processo sulla morte di Carmela Imundi. L’imputato, Franco Ferruccio, marito della vittima, continua a proclamarsi innocente. Probabilmente, saranno le comparazioni tecniche delle perizie a scrivere, probabilmente, un primo importante capitolo sul caso della morte di Carmela Imundi. Da un lato le relazioni dei periti della Procura che sostengono la tesi della volontarietà dell’azione messa in campo dal marito della vittima. Dall’altro canto, invce, le perizie dei tecnici di parte che sostengono la tesi dell’incidente, del colpo partito per caso. Una tesi che conferma anche lo stesso indagato: “Mia moglie voleva salvarmi. Io volevo suicidarmi, Carmela mi ha visto e senza esitare ha tentato di strapparmi la pistola dalle mani. Nella lotta è partito il colpo. Io non volevo farle alcun male”. Questa, in sintesi, la versione dei fatti secondo Franco Ferruccio; una versione fornita durante un lunghissimo interrogatorio, durato oltre dieci ore. La tragedia, un anno fa, a Prata Sannita, nella camera da letto della coppia. La donna, raggiunta da un colpo di pistola all’addome morì poco dopo, durante il trasporto in ospedale. La coppia abitava in una casa nella prima periferia di Prata Sannita e sembrava aver superato, già da tempo, alcuni dissapori che avevano condotto a una momentanea separazione. Fu lo stesso marito a chiamare i soccorsi; i carabinieri ritrovarono l’arma – una pistola automatica calibro 7,65, all’interno della camera da letto.
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