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TEANO – Delitto Mollicone, il padre di Serena contro Marco Mottola

TEANO – Delitto Mollicone, il papà di Serena non ha dubbi: a uccidere mia figlia potrebbe essere stato Marco Mottola – figlio di Franco, allepoca comandante della stazione deic arabinieridi Arce – per impedire a mia figlia di denunciare un traffico di droga. Una tesi che sarebbe stata inq ualche modo anche avvalorata dalle parole del brigadiere dei carabinieri, Santino Tuzzi, rilasciate ai magistrati di Cassino. Tuzzi avrebbe detto che il giorno della morte la ragazza era salita in caserma per fare una denuncia e che era stata fatta accomodare nell’appartamento del comandante. Dal quale non sarebbe mai più uscita. Tuzzi si sarebbe ucciso nel 2008, perché, secondo l’accusa, sapeva la verità sul giallo di Arce. La sua verità, Guglielmo Mollicone, l’ha ribadita, l’altra sera, alla trasmissione di Rete4, Quarto Grado.  Proprio la determinazione del padre della 18enne massacrata 10 anni fa è stata, finora, l’unica certezza che non ha consentito di dimenticare la vicenda, nonostante i tanti dentativi di depistaggi. Tre possibili scenari per la morte di Serena, nelle prima ricostruzione degli inquirenti, Serena sarebbe stata uccisa per aver scoperto un traffico di stupefacenti in cui era coinvolto Marco Mottola. Il ragazzo la avrebbe uccisa al culmine di una lite: accortosi della tragedia avrebbe quindi chiesto aiuto al padre e alla madre, i quali per sbarazzarsi del cadavere, avrebbe a loro volta chiesto aiuto all’ex maresciallo Francesco Suprano. Un’altra ricostruzione vede coinvolto invece anche l’ex fidanzato Michele Fioretti di Serena: in questo caso a scatenare l’assassino sarebbe stata l’amicizia fra la ragazza e Marco Mottola. Nel terzo scenario tracciato dagli inquirenti, Serena sarebbe stata uccisa da Michele Fioretti e da sua madre, i quali si sarebbero fatti aiutare da una terza persona rimasta finora nell’ombra. In questo scenario si potrebbe inserire il suicidio del brigadiere Santino Tuzzi, uccisosi nel 2008, perché, secondo l’accusa, sapeva la verità sul giallo di Arce. Serena Mollicone venne trovata morta dieci anni fa in un bosco a pochi chilometri da casa, in Ciociaria, con le mani e i piedi legati con un filo di ferro e con un sacchetto di plastica sul volto. Dalle prima ore del ritrovamento del corpo, molte ombre si erano addensate sul maresciallo dei carabinieri, adesso indagato e allora comandante della Stazione di Arce, Franco Mottola, che insieme al figlio e a altre tre persone da stamattina sono nel mirino dei magistrati. Nonostante i sospetti, per il delitto della 18enne venne inizialmente però accusato il carrozziere, Carmine Belli, che poi fu assolto dalla Corte d’Assise nel 2004 e dalla Corte d’Appello nel 2005. Nel 2008 il suicidio di uno dei brigadieri della caserma che era stato ascoltato come persona informata sui fatti getta nuove ombre sul caso. E’ Santino Tuzi che si sarebbe ucciso sparandosi un colpo di pistola al cuore.  Secondo gli inquirenti si era trattato un suicidio per motivi sentimentali, per gli amici e per la famiglia del militare invece il gesto estremo sarebbe stato compiuto a causa delle sue indagini sul caso di Serena Mollicone. A rafforzare questa ipotesi le parole della figlia del brigadiere: “Penso che mio padre durante le indagini ha assistito a qualcosa, ha saputo qualcosa, e gli è stato detto di non rivelare niente. Mio padre non è riuscito a tenersi tutto dentro e ha deciso forse di chiudere la sua vita in questo modo. Forse era stato minacciato, forse dalla stessa persona che gli aveva chiesto di non dire niente. Forse le minacce erano anche nei nostri confronti, poteva succederci qualcosa. Forse per proteggerci ha deciso di suicidarsi”. Due giorni prima aveva dichiarato ai magistrati che, il giorno della scomparsa, Serena Mollicone era andata nella caserma dei carabinieri. Tuzi era di piantone. Sono le 11,30; risponde al citofono della caserma. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione tramite un interfono la fa entrare. A dare l’autorizzazione qualcuno che si trova nell’appartamento privato del comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il maresciallo Franco Mottola.

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