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PIEDIMONTE MATESE / NAPOLI – Gori e gestione Sarro, c’è la denuncia alla Procura della Repubblica

PIEDIMONTE MATESE / NAPOLI -Gestione della cosa pubblica, scatta la denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli sul caso della Gori. E’ un sindacalista che chiede agli inquirenti di capire se quanto avvenuto negliultimi tempi nell’ente partenopeo è stato fatto in base alla norma vigente, oppure no. Una denuncia che interessa da vicini il Senatore Carlo Sarro che era commissario della Gori. Il sindacalista della Fiom Giovanni De Stefano ha presentato un esposto in procura sullo ‘sconto’ che la Regione Campania ha riconosciuto alla Gori, allora guidata dal commissario Carlo Sarro. Infiamma la polemica sulla Gori, la società che gestisce il servizio idrico nell’agro sarnese-vesuviano. Se la nomina di Amedeo Laboccetta  alla presidenza sta scatenando un vespaio (ieri è stato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a puntare il dito contro l’ex deputato), è la vecchia gestione ad essere finita sotto la lente della procura. Il sindacalista della Fiom Giovanni De Stefano ha presentato un esposto in procura sullo ‘sconto’ che la Regione Campania ha riconosciuto alla Gori, allora guidata dal commissario Carlo Sarro. Con due delibere firmate lo scorso giugno la giunta Caldoro ha chiuso un contenzioso da diversi milioni di euro. De Stefano vuole sapere se quella transazione sia stata compiuta correttamente. Lui, ovviamente, sostiene di no, se è vero che “con delibera di giunta regionale n. 171 del 3 giugno 2013 si autorizzò in maniera del tutto arbitraria e dal profilo di palese illegittimità a dare mandato ad un’operazione transattiva determinando una reciproca rinuncia al contenzioso in corso, determinando, oltremodo, l’incremento tariffario a danno dei cittadini dei Comuni afferenti l’Ambito “Sarnese Vesuviano” (Ato 3) ad esclusivo vantaggio privatistico, della società Gori s.p.a.” , si legge nell’esposto. Secondo il sindacalista “ad oggi nessuna operazione di transattiva sembra essere avvenuta tra le parti”, ma è pur vero che “l’eventuale sconto di 157 milioni di euro ad una società privata di gestione del Sii non solo sia in contrasto con gli esiti dei referendum popolari con cui 27 milioni di italiani hanno espresso la netta volontà che l’acqua sia gestita da Enti Pubblici, ma sia anche illegittimo e immorale, in quanto si andrebbero a far gravare sui cittadini le inefficienze di una società per azioni, la cui gestione industriale è stata affidata all’Acea spa, società quotata in borsa e individuata quale socio privato dall’ente d’ambito Sarnese-Vesuviano, proprio in virtù delle capacità operative e manageriali di cui sarebbe dovuta essere portatrice”. Inoltre, continua la denuncia, le motivazioni poste a fondamento dell’accordo appaiono del tutto “infondate ed erronee”. Per questo motivo il sindacalista Fiom Cgil, chiede che “l’Eccellentissima Procura della Repubblica adita voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti , valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti”.

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