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CELLOLE – Immigrata trattata come una schiava, picchiata e umiliata dal datore di lavoro. Denuncia tutto ai carabinieri

CELLOLE  – Immigrata romena picchiata a sangue dal suo datore di lavoro. Dopo anni di sfruttamento, costretta a vivere  senza corrente elettrica, senza acqua calda e senza riscaldamento e senza servizi igienici. Lavorava 12 ore al giorno per appena 50 euro alla settimana. Quando diceva di voler andar via, allora veniva minacciata: ti taggliamo la testa e la buttiamo nel mare. Senza paga da diversi mesi, sfruttata e maltrattata. Vittima una donna dell Romania che pensava di veniva in Italia per vivere degnamente e onestamente del proprio lavoro. Invece ha trovato solo sfruttamento, violenza e umiliazioni. Traumi al volto e un braccio spezzato. La violenza dell’uomo sarebbe iniziata alcuni giorni fa, mentre l’immigrata era a lavoro. Secondo il racconto fornito dalla vittima, l’imprenditore l’avrebbe spinta mentre camminava con una cassetta di frutta sulle spalle.  La donna sarebbe scivolata e caduta e la cassetta piena di frutta sarebbe finita su un braccio spezzandolo. Durante la notte successiva, vinta da dolore, la bracciante agricola sarebbe andata in ospedale per farsi curare. I medici le avrebbero ingessato il braccio e raccolto la sua deposizione relativa ai fatti. Successivamente, la vittima, si sarebbe recata dal datore di lavoro per giustificare la sua assenza dal lavoro. Quando l’imprenditore ha capito che la donna aveva raccontato la dinamica della caduta ai medici del pronto soccorso, allora è scattata la violenza. Botte e insulti senza fine contro la povera donna che è riuscita poi a scappare e a denunciare ogni cosa ai carabinieri della locale stazione.

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un commento

  1. Che gentaglia…e questo sarebbe un’imprenditore? Di cosa? Di violenze, di sopraffazioni, di brutalità?