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PIEDIMONTE MATESE – IMPIANTI EOLICI, BOCCIATA LA LEGGE REGIONALE: RIPARTE L’ASSALTO AL MATESE

PIEDIMONTE MATESE –  Gli impianti eolici, selvaggiamente collcati sul territorio, ritornano a minacciar eil paesaggio del Matese. La bocciatura della legge regionale, infatti, riapre le porte agli affaristi dell’eolico che  dietro il paravento dell’energia sostenibile sono pronti a divorare intere zone montane con colate di cemento e piste carrabini larche decine di metri. La Corte Costituzionale, con la sentenza 13 del 30 gennaio 2014 ha dichiarato incostituzionale la  legge sull’eolico della Regione Campania 81° luglio 2011, n. 11 – Disposizioni urgenti in materia di impianti eolici), accogliendo la richiesta del Tribunale amministrativo regionale della Campania  riguardante il procedimento tra alcuni privati e la Provincia di Benevento, «per l’annullamento del provvedimento di chiusura del procedimento per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di un impianto di energia elettrica da fonte eolica di potenza prevista pari a 800/1000 Kw in località Torricella». I ricorrenti avevano attivato il procedimento amministrativo per richiedere l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto eolico ma la Provincia di Benevento ha negato la concessione il base alla legge regionale che riguarda le distanze tra aerogeneratori. Infatti all’articolo 1 la legge stabilisce che: «1. La Regione Campania, nell’ambito della politica di programmazione energetica, persegue l’obiettivo di coniugare lo sviluppo della produzione di energia da fonte eolica con la conservazione e la tutela del patrimonio naturalistico, storico e culturale del territorio. 2. Per stabilire una griglia di sostenibilità degli impianti eolici, la costruzione di nuovi aerogeneratori è autorizzata esclusivamente nel rispetto di una distanza pari o superiore a 800 metri dall’aerogeneratore più vicino preesistente o già autorizzato, a tutela della necessità di quest’ultimo di usufruire della frequenza del vento, in relazione all’intensità e alla reale capacità di produrre energia». Tutto questo era un freno, appunto, al proliferare di impianti eolico; un freno che ora non ci sarà più.  L’impianto  di Ciorlano – realizzato da una società napoletana – su “Colle La Croce”, mostra i numeri impietosi dei danni che vengono arrecati al territorio. Danni non visibili all’osservatore poco attento ma che pesano come macigni sull’ecosistema.  A Colle Santa Croce c’è un impianto eolico sarà capace di erogare 20 megawatt; per la sua realizzazione sono stati necessari oltre 8000 metri cubi di cemento armato utili per preparare le basi  di sostegno di ogni singolo palo; ogni colonna d’acciaio su cui è collocata l’elica, sfiora l’altezza di 120 metri.  Da non sottovalutare gli enormi danni ambientali che derivano dalla costruzioni di gigantesche piste utili ai mezzi d’opera per realizzare gli impianti.  La minaccia dell’eolico pesa ancora sulle zone dell’Alto Matese, in particolare a Gallo dove già da tempo il Corpo Forestale dello Stato è impegnato ad imporre il rispetto delle regole nell’erigendo parco eolico alla località “Caselle Ianniti” del comune di Gallo Matese, in una delle zone più belle ed incontaminate della provincia di Caserta. In particolare, sono stati sottoposti a sequestro due tratti di strada con fondo in pietrisco costipato, ricavate sulle pendici del rilievo montuoso denominato “Merza della Volpe”, a quota 1020 metri circa sul livello del mare, mediante interventi di scavo in roccia calcarea. Le strade in questione erano propedeutiche alla futura collocazione di 10 torri eoliche dell’altezza di circa mt. 80.

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