CASERTA – In data odierna, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di S.M. Capua Vetere – Sezione reati contro il patrimonio e delegate ai Carabinieri della Stazione di Macerata Campania sono state eseguite tra la Provincia di Caserta e Napoli n. 3 ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere e due al regime degli arresti domiciliari nei confronti di:
– CARANDENTE SICCO Anna, nata a Napoli il 14.12.1976, residente nel comune di Marano di Napoli (NA) in c.so Umberto 1° nr. 167;
– PALUMBO Maria nata a Mugliano di Napoli (NA) il 12.10.1987 e residente a Marano di Napoli alla via Po;
– DALIZZO Ciro, nato a Portico di Caserta il 04.06.1978, ivi residente al viale dei Pini nr. 19;
responsabili del reato di rapina aggravata dall’uso di armi, su provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di S. Maria Capua Vetere.
L’attività investigativa svolta trae origine da una rapina commessa il 20.11.2013 in danno della gioielleria “Momenti d’Oro” sita in Macerata Campania, in cui n. 4 persone, fra cui la Carandente Sicco, introdottesi quali clienti con il pretesto di visionare dei gioielli, aggredivano con armi la titolare, usandole violenza e strattonandola più volte, immobilizzandola e legandola con del nastro adesivo, asportando poi dalla cassaforte gioielli e monili per un valore complessivo stimato in circa 300.000 euro. La visione dei filmati di videoregistratori, nonché l’escussione di tutti i testimoni reperiti consentiva di individuare il mezzo utilizzato dai rapinatori di cui venivano immediatamente diramate le ricerche. Lo stesso risultava oggetto di rapina perpetrata poco tempo prima a Marcianise in danno di due giovani. La completa ed attenta escussione delle due sedicenti vittime della rapina dell’autovettura faceva emergere incongruenze tali nella vicenda da far iniziare una più ampia attività di analisi. Tale attività investigativa sotto la direzione di questo ufficio, condotta anche con l’ausilio di attività tecniche, consentiva di accertare senza ombra di dubbio non solo l’avvenuta simulazione della rapina dell’autovettura da parte dei giovani, ma anche la circostanza che gli stessi si erano recati più volte, nelle settimane precedenti, nel citato esercizio col pretesto di visionare gioielli per un ipotetico acquisto, mai concluso, al fine di acquisire informazioni sulle misure di sicurezza.
Ricostruendo i contatti avuti da costoro con altre persone, si individuava uno dei soggetti che avevano materialmente perpetrato la rapina, nella persona della citata Carandente Sicco, peraltro legata ai giovani “basisti” da rapporti di parentela. Sono in corso ulteriori accertamenti al fine di identificare i complici.
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