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PIETRAMELARA – Omicidio Saviano, il giudice d’Appello conferma la condanna contro Florin: 30 anni di carcere

Antonio Saviano                                                        Dascalu Florin

PIETRAMELARA – Delitto di Antonio Saviano, il romeno Dascalu Florin condannato a 30 annidi carcere. La corte di Appello di Napoli conferma la sentenza di primo grado, Soddisfazione fra le parti civili. Indignato il difensore dell’imputato.  E’ stato quindi, ancora, riconosciuto colpevole del deliutto dell’anziano. La  sentenza è stata emessa ieri dai giudici napoletani, ora Florin, che si è dichiarato innocente, potrebbe far ricorso in Cassazione. Soddisfatte le parti civili difese daglia vvocatri Vincenzo Cortellessa e Vinicio Squillacioti ed Emilio Russo.

Il fatto: Secondo l’accusa Domenico e Costantin avrebbero dichiarato di essere stati a cena – la notte del delitto – con Dascalu in un ristorante di Roccaromana, intrattenendosi fino alle tre del mattino. Una testa scongiurata dal titolare della struttura e da altri avventori. Tutti, secondo alcune indiscrezioni raccolte in paese, avrebbero  smentito i due affermando che la chiusura del locale, quella notte, avvenne poco dopo la mezzanotte. A conclusione di un’articolata indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotta in piena sinergia dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, dalla Compagnia CC di Capua e dalla Stazione CC di Pietramelara, in data 24 febbraio 2012 è stata notificata un’ordinanza di custodiacautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere surichiesta di questo Ufficio inquirente, nei confronti di:      DASCALU PetrusFlorin, nato il 10.02.1978 in Romania indagato per il reato di cui agli artt. 575, 61 n. 2 e 5, 628 co.1 e 3 bis c.p. (omicidio doloso pluriaggravato e rapina). L’omicidio di cui è accusato è quello di Antonio SAVIANO, un 73enne pensionato di Pietramelara (CE) (che gestiva anche una sub-agenzia della SAI) brutalmente assassinato all’interno della propria abitazione la notte del 18 dicembre 2011. La vittima era stata sorpresa nel sonno, percossa e legata con un lenzuolo. Tracce di sangue erano state rinvenute in più ambienti, indicative del fatto che l’assassino aveva infierito sulla vittima, colpendolo ripetutamente al volto. La porta d’ingresso dell’appartamento della vittima era stata forzata dall’esterno e dallo stato dei luoghi esaminato si poteva ritenere che la morte del SAVIANO fosse scaturita  nell’ambito di una rapina conclusasi in modo tragico: la casa si presentava a soqquadro ed alcuni cassetti di una scrivania erano stati forzati. Tra le persone monitorate, da una serie di elementi raccolti, si perveniva  all’identificazione del cittadino rumeno DASCALU PetrusFlorin, che la stessa mattina in cui è stato rinvenuto il cadavere del SAVIANO,aveva abbandonato precipitosamente l’Italia per fare rientro in Romania. Prima della partenza e durante il viaggio verso il paese d’origine, il DASCALU, sebbene privo di stabile occupazione, mostrava avere un’insolita disponibilità di denaro contante. Le indagini venivano quindi dirette all’approfondimento degli indizi acquisiti nella prima fase e particolarmente importante si è rivelato l’esito della perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione in uso al DASCALU a Pietramelara. Ivi si rinvenivano infatti numerosi effetti personali e,tra gli abiti repertati, un pantalone intriso di sostanza ematica. Fondamentali accertamenti sono stati quindi richiesti al R.I.S. Carabinieri di Roma, il cui esito ha dato conferma dell’ipotesi investigativa che attribuiva al DASCALU la commissione del grave delitto:infatti, le macchie di sangue sul pantalone sequestrato all’interno dell’abitazione dell’indagato appartenevano alla vittima.  Il movente accertatodell’omicidio è da ravvisarein una rapina compiuta dall’assassino per impossessarsi di una cospicua somma di denaro custodita in casa dalla vittima. Il provvedimento nei confronti del DASCALU, emesso all’inizio del febbraio 2012, è stato immediatamente esteso in ambito Schengen con l’emissione del mandato arresto europeo, proprio per via del fatto che l’indagato era ritornato nel suo Paese d’origine.

La sentenza: Poche ore fa la sentenza dei giudici della Corte di Appello di Napoli che hanno scritto un ulteriore importante capitolo nella vicenda che ha scosso l’intero paese tutto l’Alto Casertano

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