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MONDRAGONE – Prostituzione, una madre organizzava i “turni” delle figlie sul “posto” di lavoro. Ecco i nomi dei dodici arrestati

MONDRAGONE – Prostituzione, quando la realtà supera la fantasia: mamma “manager” utilizzava le figlie con dei veri e propri “turni” per assicurare sempre la “merce”. Desolante e turpe il caso di una mamma che, in sostituzione di una delle figlie, momentaneamente indisposta, assicurava il rimpiazzo della stessa sul “posto di lavoro” con l’altra giovane figlia. Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Mondragone, coadiuvati dai militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta, hanno dato esecuzione ad ordinanza cautelare (custodia cautelare in carcere o arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti delle persone di cui al separato elenco, gravemente indiziate dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché di concessione in locazione di abitazioni a scopo di esercizio di case di prostituzione.

TRAMONTANO Luigi, nato a Napoli il 15.12.1970 (custodia cautelare in carcere); CAIAZZO Federica, nata a Napoli 4.11.1989 (custodia cautelare in carcere); SCOTTO DI GREGORIO Antonio, nato a Procida (NA) il 26.5.1976 (arresti domiciliari); VISONE PAOLA, nata a Napoli il 15.1.1975 (arresti domiciliari); DE VITA Pasquale, nato a Napoli il 23.5.1965 (arresti domiciliari); DI LUISE Andrea, nato a Gricignano di Aversa il 9.3.1957 (arresti domiciliari); AMOROSO Rita, nata a Napoli il 25.1.1982 (arresti domiciliari); ROJAS Xiomara, nata a Santo Domingo il 18.5.1972 (arresti domiciliari); GARGIULO Loredana, nata a Torre del Greco il 19.4.1975 (arresti domiciliari);  PICONE Vincenzo, n. a Carinaro il 5.4.1963, vigile urbano (arresti domiciliari); PANTANO Mario, nato a Napoli 9.9.1975 (arresti domiciliari); LICCIARDIELLO Ferdinando, nato a Napoli il 5.9.1989 (arresti domiciliari).

Alle suddette persone è stato contestato anche il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati sopra menzionati.  Le indagini, svolte dai carabinieri di Mondragone – per circa un anno e mezzo, a partire dall’inverno del 2012 – e coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, si sono avvalse soprattutto, anche se non solo, di intercettazione telefoniche e ambientali e hanno riguardato, in particolare, la “gestione”, da parte degli indagati, di due abitazioni, una sita in Carinaro, l’altra in Pozzuoli, apparentemente “centri di massaggi”, in realtà autentiche case di prostituzione di giovani donne, italiane e straniere.  Ognuno dei soggetti appartenenti al sodalizio criminale rivestiva, in seno allo stesso, un ruolo ben preciso e aveva una sua “specializzazione”: i primi due indagati gestivano e organizzavano le due case di prostituzione; il proprietario dell’immobile sito in Carinaro metteva a disposizione del gruppo la villetta di sua proprietà (ora sottoposta a sequestro preventivo), con la piena consapevolezza dell’attività che vi si svolgeva, tanto da pretendere il pagamento di un canone di locazione notevolmente maggiorato rispetto a quello di mercato; altri soggetti si occupavano di pubblicizzare, con messaggi promozionali sui siti internet “bakekaincontri.it” e “mercatone.it”, le due case di appuntamenti; una delle prostitute si occupava di reclutare altre giovani disposte, come lei, a “lavorare” nelle case; giovani donne dalla voce suadente erano addette a ricevere le telefonate dei clienti, ai quali illustravano il listino prezzi, nonché, in maniera molto esplicita, la natura e la tipologia delle prestazioni sessuali e li guidavano, attraverso il telefono, verso le due abitazioni; altro indagato si occupava di trasportare le giovani donne dalle rispettive abitazioni fino al “luogo di lavoro”; una delle indagate curava l’aspetto fisico delle giovani prostitute; un commercialista di Napoli approntava la documentazione fiscale e curava le pratiche burocratiche volte a conferire alla casa di Carinaro una parvenza di legalità e a farla risultare, come si diceva prima, un “centro massaggi”, e così via. Un altro dei soggetti coinvolti, raggiunto anch’esso dalla misura cautelare (arresti domiciliari), è un vigile urbano in servizio presso la polizia municipale del Comune di Carinaro, accusato del reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, in quanto, in cambio di prestazioni sessuali da parte delle giovani prostitute, ometteva di segnalare le illiceità riscontrate nel corso delle sue visite nella villetta.

 

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