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NAPOLI – Capodichino, personale in rivolta contro la Gesac. Stesso problema per Grazzanise

NAPOLI (Alfredo Bovenzi) – A Napoli aeroporto Capodichino in rivolta. Protestano gli addetti alle pulizie; anche quicontratti disattesi e diritti negati. Esplode la polemica. Capodichino gemellata sul punto allo scalo aeroportuale Carlo Romagnoli di Grazzanise. Anche a Napoli sono sul piede di guerra gli addetti alle pulizie aeroportuali, da quando la stessa ditta GESAC, vincitrice della specifica gara d’appalto, ha reso noto il suo nuovo piano industriale alle rispettive Organizzazioni sindacali di base.  E’ accaduto anche in questo caso il 3 Gennaio scorso e, nella calza dell’allora imminente befana, questi lavoratori hanno trovato la poco gradita sorpresa.  In pratica, facendo eco a precedenti accordi, anche qui la GESAC avrebbe dovuto garantire tanto alcuni  miglioramenti economici quanto il rispetto della scadenza stipendiale, contrattualmente fissata al giorno 10 di ogni mese, con uno sforamento massimo di 5 giorni. Invece, a fronte di soli e sempre più massacranti turni di lavoro, sono stati sistematicamente disattesi tutti gli impegni formalmente ratificati. Sta di fatto, perciò, che da più di tre mesi (comprese le festività natalizie, tredicesime e quant’altro contrattualmente dovuto) questi dipendenti si trovano a far fronte ai loro rispettivi impegni familiari, salendo umilmente le ben salate e scivolose scale di amici e parenti, pur avendo una loro regolare fonte di guadagno. E, nel far ciò, non escludono il peggio, rappresentato da probabili e subdolamente sottintese o malcelate riduzioni del personale. E chiaro che tutto ciò offende irrimediabilmente la dignità personale e lavorativa di queste persone che, nonostante immani sacrifici si vedono sistematicamente negare i propri diritti. Ma questi lavoratori, per dare ancora più forza alle loro sacrosante pretese, non hanno evitato di rivolgersi addirittura al Prefetto, ai Presidenti di Regione e Provincia, al Primo Cittadino e ad altri determinanti organi, pur di richiamare la Gesac al rispetto degli impegni presi.  Con nel cuore il pallor della morte e la speranza, si sono rivolti con fiducia alla stessa GESAC, chiedendo a essa l’apertura di un opportuno tavolo di trattative perché si possa giungere in tempi brevi a un componimento bonario della vicenda; ma, anche in quest’altro caso non hanno escluso il ricorso ad altre e più incisive azioni di lotta a suon di carta bollata, ove mai si dovessero nuovamente trovare, anche loro, come i colleghi del Carlo Romagnoli, dinanzi a sguardi indifferenti   che sapranno soltanto negare loro i diritti acquisiti.

 

 

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