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SOMMA VESUVIANA – GUARDIA DI FINANZA NAPOLI: SEQUESTRATO A SOMMA VESUVIANA UN INTERO COMPLESSO INDUSTRIALE ABUSIVO, DESTINATO ALLA PRODUZIONE DI TESSUTI E PELLAMI CON MARCHI CONTRAFFATTI. QUATTRO ITALIANI ARRESTI. FRA LORO ANCHE UN LATITANTE

SOMMA VESUVIANA –  Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha ulteriormente intensificato  l’attività di vigilanza e contrasto del fenomeno della contraffazione in relazione  all’approssimarsi delle Festività natalizie, periodo durante il quale il mercato illecito dei prodotti recanti marchi contraffatti (soprattutto capi di abbigliamento e accessori) registra  tradizionalmente un aumento della domanda e dell’offerta.
In tale contesto, i militari del Nucleo Polizia Tributaria Napoli, attraverso un’estesa attività  di analisi di rischio, incentrata su informazioni “significative” poi riscontrate attraverso un  capillare controllo economico-finanziario del territorio di riferimento, hanno conseguito nel capoluogo campano un importante risultato di servizio, a tutela della buona fede dei  consumatori ingannati per effetto delle insidiose condotte poste in essere dall’industria del falso.
E’ stato individuato in Somma Vesuviana (NA) un intero complesso industriale  completamente abusivo, destinato stabilmente ed esclusivamente alla produzione di  tessuti e pellami riproducenti i noti marchi contraffatti Louis Vuitton, Gucci, Alviero Martini e Fendi, con conseguente individuazione dei relativi depositi di stoccaggio della merce  realizzata, ubicati in Napoli – Quartiere Secondigliano. L’intervento repressivo – scattato alle prime ore dell’alba con l’impiego di oltre 30 finanzieri  – ha consentito di cogliere in flagranza di reato quattro soggetti italiani intenti a monitorare il regolare funzionamento dei macchinari durante la filiera produttiva nonché di sequestrare l’intero complesso produttivo, costituito da un capannone industriale di oltre  500 metri quadri.  Successivamente, i militari hanno fatto accesso presso i depositi-satellite, anch’essi  chiaramente abusivi (ubicati in luoghi ben “occultati” del quartiere di Secondigliano) dell’opificio in questione, all’interno dei quali è stato reperito ulteriore materiale (tessuti e accessori) recante marchi contraffatti, pronto per la distribuzione sul mercato partenopeo. Complessivamente l’operazione ha portato al sequestro, oltre del citato complesso industriale, di quanto appresso indicato: – strumentazione meccanica ed elettronica di vario tipo;
– nr. 7 macchine stampatrici/goffratrici – a rulli rotativi in metallo – per la riproduzione sui tessuti/pellami dei suddetti marchi;
– nr. 45 bidoni di pitture speciali;
– banchi lavoro, muletti e autocarri,
– oltre 200 rotoli di tessuto e pellame già recante marchi contraffatti, per un totale di circa 11.000 metri quadri;
– numerosi rotoli di pelle “neutri”, da 250 metri ciascuno, in corso di “incisione” all’atto dell’accesso, per un totale di circa 4.500 metri quadri;
– nr. 1.200 borse già confezionate, riportanti le griffes Louis Vuitton, Alviero Martini e Fendi contraffatte;
– nr. 10.000 accessori recanti il marchio Prada contraffatto.
I prodotti finiti rinvenuti sono tutti di pregevole fattura.  All’esito dell’attività investigativa sono stati tratti in arresto, in flagranza di reato, 4 soggetti di nazionalità italiana:
– C.G. di 56 anni, dominus dell’azienda illegale nonché latitante da oltre due anni, in quanto colpito da provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dal Tribunale di L’Aquila per l’espiazione di 7 anni e 5 mesi di reclusione;
– M.G. di 59 anni;
– D.P. di 46 anni;
– L.S. di 64 anni,
tutti residenti in Napoli e nel relativo hinterland, in quanto responsabili della fabbricazione dei prodotti contraffatti.  Una particolarità degna di menzione è la pregevole fattura con cui sono stati realizzati i materiali in questione: l’impiego di macchinari industriali altamente performanti e di materie prime costose lascia intendere che l’illecita mercanzia doveva soddisfare una clientela sempre più esigente.  I macchinari industriali sequestrati, peraltro, oltre a essere in grado di produrre in breve tempo un notevole quantitativo di pellame o tessuto con marchi contraffatti, erano dotati di “rulli” che riproducevano/stampavano i marchi stessi con grande precisione e accuratezza.  Destinata al mercato napoletano, qualora giunta a destinazione, essa avrebbe fruttato agli organizzatori del traffico diverse centinaia di migliaia di euro. La cifra sarebbe aumentata in maniera esponenziale qualora i prodotti illeciti fossero stati spalmati sull’intera filiera della distribuzione rappresentata da bancarelle, outlet creati in maniera artigianale e, talvolta, anche negozi compiacenti.

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