caiazzo. Udienza preliminare per Nicola Iodice, l’infermiere usuraio dell’imprenditore Roberto Battaglia. Imponeva tassi di interresse del 300% in due anni. Quando non si vide restituire il denaro a tali tassi di interesse aveva inviato personaggi legati alla criminalità organizzata, in primis Luigi Schiavone, direttamente imparentato con i vertici del clan, che furono arrestati in flagranza di reato.
Dopo il rinvio a giudizio di Luigi Schiavone, 33 anni, imparentato con esponenti dell’omonimo clan, ed accusato di aver favorito la latitanza del boss Francesco Schiavone, detto «Cicciariello», Tommaso Grandinetti, 43 anni, agente assicurativo, e Michele Altarelli, 59 anni, tutti denunciati dall’imprenditore antiracket per i medesimi fatti nella mattinata di oggi è prevista dinanzi al gup Meccariello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’udienza preliminare per un altro dei cravattai: Nicola Iodice, infermiere presso l’ospedale di Santa Maria Capua Vetere, già coinvolto nell’ambito dell’inchiesta ‘Crash Ghost’ sulle truffe alle assicurazioni e che vide coinvolti anche medici ed avvocati.
In questo procedimento penale Nicola Iodice è accusato di usura ed estorsione in danno di Roberto Battaglia, un imprenditore turistico e zootecnico di Caiazzo, e della madre Rita Fraia. In particolare approfittando dello stato di necessità della famiglia, che si trovava in una grave situazione debitoria nei confronti di alcuni istituti di credito, avevano prestato loro una somma ingente come acconto sull’acquisto dell’immobile sede dell’agenzia viaggi Battaglia.
Dopo il prestito hanno iniziato a chiedere interessi superiori al 300% in due anni.
Battaglia, che intanto aveva cessato l’attività turistica, non ha potuto far fronte alle ingenti richieste restituzione avanzate dai tre. Da qui pressioni e minacce.
Nel giudizio Roberto Battaglia titolare di un’azienda zootecnica a Caiazzo ridotto sull’orlo del fallimento dal racket e dall’usura, e la madre, Rita Fraia, si sono costituiti parte civile insieme all’associazione «Sos Impresa», assistiti dall’avvocato Gianluca Giordano e l’avvocato Fausto Maria Amato.
L’imprenditore caiatino alla vigilia del procedimento ha spiegato: “il messaggio che deve arrivare deve essere chiaro: gli imprenditori che subiscono minacce devono denunciare ma spesso proprio chi denuncia, chi ha subito tali ingiustizie deve ricevere dallo stato indennizzi immediati anche in considerazione della lunghezza dei tempi della giustizia.
La prefettura deve necessariamente snellire la burocrazia in tal senso anche per dare maggiore rilievo all’eccezionale lavoro della Procura di Santa Maria Capua Vetere e delle forze dell’ordine”.
attilio nettuno
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