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DRAGONI / VAIRANO PATENORA – Guitar Clinic, parte il tour di Luca Colombo. A Dragoni il cinque dicembre

DRAGONI / VAIRANO PATENORA (di Rachele Izzo) – Parte questa settimana il tour di Guitar Clinic di Luca Colombo. Questi appuntamenti attraverseranno l’Italia per tutto il mese di dicembre. Abbiamo raggiunto Luca per chiedergli come strutturerà queste lezioni, curiosare sulla strumentazione e farci dare qualche consiglio per sfruttare al massimo questi appuntamenti didattici. Il prossimo cinque dicembre a Dragoni AZ MUSIC STORE, con la partecipazione SONORIKA.

Che consigli ti senti di dare a un ragazzo che verrà per la prima volta a una tua clinic per poter valorizzare questa lezione? Ci sono degli argomenti o temi particolari che suggerisci di ripassare o sui quali preparare delle domande?

Consiglio di venire senza timori: è un’incontro aperto a tutti, per comprendere il lavoro di musicista, per ampliare la propria visione nei confronti della chitarra attraverso la mia esperienza 30ennale, per ascoltare della musica e fare una chiacchierata su di essa. Ai miei seminari incontro presenze eterogenee, ragazzi, adulti, uomini, donne, principianti, veterani, professionisti, uditori che non sono necessariamente chitarristi, e questo mi onora perché porto avanti un linguaggio che va oltre la chitarra.

E viceversa, se dovessi dare qualche dritta a un giovane professionista che tiene per la prima volta delle clinic?

Di anteporre la propria esperienza musicale e di dare una visione dei temi personalizzata, anche mettendo in evidenza il proprio percorso e le proprie debolezze, colmate o rimanenti.  Tra metodi, docenza al conservatorio, lezioni private e seminari ti affacci su un’utenza ampissima di studenti. Te le sentiresti di segnalare gli aspetti sui quali, in generale, vedi più in difficoltà e meno preparati i tuoi allievi? Che cos’è che troppo spesso trascurano o non studiano correttamente i chitarristi? La lettura e la teoria musicale avanzata sono sicuramente temi musicali trascurati dai chitarristi di ultima generazione, eppure sono quelli che danno maggiori prospettive lavorative. Saper muovere le dita richiede solo pratica, ma non necessariamente garantisce un posizionamento nei contesti musicali.

Le tue clinic seguono un programma e una scaletta strutturata o, di volta in volta, si adeguano alle domande dei partecipanti?

Seguo una scaletta ma mi tengo sempre uno spazio domande; e a volte mi faccio guidare da chi ho di fronte. Sto sempre molto attento a non annoiare o a non andare troppo veloce. Se OGNI partecipante torna a casa con in tasca almeno due argomenti da studiare è un goal e di solito è così.

Con che strumentazione terrai queste clinic? Cosa utilizzi come supporto audio per le basi, le sequenze musicali o gli ascolti che proponi? Cosa chiedi di trovare a chi organizza una tua clinic?

Una Les Paul T, alcuni pedali, un Vox ac30 che trovo sul posto. Sono gli strumenti che uso di solito per costruire il mio suono, tutta roba che ha dei costi contenuti. E’ importante essere popolari ai seminari: se usassi strumenti da decine di migliaia di euro, alzerei un muro nei confronti di chi non può investire denaro nella musica, a causa della giovane età o dell’avere la musica solo come hobby. Poi porto un iPad con le basi su cui suonare e lo collego all’impianto che trovo sul posto.  Ai seminari porto con me i miei libri “Vita da chitarristi” e il mio ultimo disco “Sunderland“. Mia moglie Simona mi fa da venditore, e all’occorrenza, una foto o una dedica personalizzata non si nega mai!

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