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CAIVANO – Broccoli, insalata e finocchi irrigati con acqua cancerogena: chiuse 13 aziende agricole

CAIVANO – Nuova operazione della Forestale: trovato arsenico, manganese, e tricolorometano (fino a 700 volte in più del consentito). Tredici pozzi inquinati. Tredici aziende agricole servite da pozzi inquinati. Tredici aziende che coltivavano i loro prodotti irrigandoli con acqua contenente metalli pesanti in proporzione di gran lunga superiore al limite consentito dalla legge. A Caivano, sempre lì. È il risultato dell’ultimo sequestro effettuato, questa mattina, dal Corpo Forestale dello Stato di Napoli, guidato da Sergio Costa.Stavolta, sotto il mirino degli investigatori, sono finiti 43 ettari di terreno coltivati a broccoli, insalata, finocchi, verze, cavoli, cicoria e zucchine, quasi tutti prodotti pronti per essere raccolti e per finire sulle nostre tavole. Dove? A Caivano, in località Sanganiello, Savarese, Ponte delle Tavole e Sant’Arcangelo. 13 aziende, oggi, chiudono i battenti per il principio di precauzione, invocato dalla Procura di Napoli, sezione V, ambiente, e in particolare da Nunzio Fragliasso, che ha firmato il decreto di sequestro di urgenza. La considerazione che ha spinto la Procura ad intervenire con un sequestro è stata che se sono inquinate le acque non si ha alcuna certezza che il prodotto non lo sia, occorre fare le analisi, per cui, nelle more, si sequestrano i terreni e i pozzi, per precauzione, appunto, per salvaguardare la salute dei consumatori, poi si capirà se anche i prodotti sono inquinati o soltanto le acque. Nei pozzi sono stati trovati floruri (dal 50 al 100% in misura superiore a quanto previsto dalla legge), manganese (dal 50 al 2000% in più del lecito), arsenico (dal 30 al 100% in più), solfati (dal 5 al 10% in più). Ma il dato più allarmante è che, per la prima volta, in 2 dei 13 pozzi, è stato trovato cloroformio, che in gergo si chiama triclorometano, sostanza altamente cancerogena, dal 70 al 700% in più del previsto dalla legge. Siamo solo all’inizio del procedimento, adesso sarà la magistratura a proseguire con le analisi dei prodotti sequestrati, analisi che potrà fare l’Arpac per ciò che riguarda il suolo e il topsoil, ma anche l’istituto repressione frodi che fa capo al ministero delle Politiche agricole, che ha, tra l’altro, sede a Napoli.

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