PIEDIMONTE MATESE – Il presidente del Parco regionale del Matese, Umberto De Nicola smentisce il pentito della Camorra, Carmine Schiavone: “il territorio del Matese è sano. Se Schiavone conosce i punti esatti dove sarebbero stati sversati veleni, allora ha il dovere di indicarli con estrema precisione, altrimenti le sue sono solo fantasie e illazioni che devastano economicamente un territorio”. Il numero uno del Parco, con queste premesse, ha convocato per mercoledì prossimo, alle ore 18, presso la sede del Parco a San Potito Sannitico, l’assemblea straordinaria della comunità del Parco Regionale del Matese. L’iniziativa è stata condivisa con il sindaco di San Gregorio Matese, Giuseppe Mallardo, presidente dell’assemblea dei sindaci dei comuni che costituiscono l’area protetta matesina. All’assemblea interverranno l’assessore regionale Giovanni Romano, il presidente del consiglio regionale Paolo Romano e l’assessore regionale all’agricoltura Daniela Nugnes. Il messaggio che De Nicola intende far passare è che l’area del Matese è stata immune da sversamenti illeciti e velenosi. L’ex camorrista Schiavone – ora in cerca di notorietà e forse di “contributi” – sta favorendo con le sue dichiarazioni lo sfascio dell’economia – già precaria – di Terra di Lavoro. Schiavone non bada a “spese”: parla a ruota libera travolgendo tutto e tutti. Si capisce, però, lontano un miglio, che fra ciò che dice esiste una parte di verità e tantissime altre parti di mera fantasia. Del resto i rifiuti, finora, sono stati trovati solo in quei luoghi dove, notoriamente, sono sempre stati. Anche le famose scorie nucleari nei vari laghi della Campania, per ora, restano solo affermazioni fantasiose. Ma a Schiavone, ora, dopo che ha perso il programma di protezione e quindi anche una parte del sostegno economico che lo Stato riconosce a coloro che collaborano, è in cerca di “sponsor”, di contatti e di contratti, di editori capaci di tradurre in soldi le sue storie. Chiaramente più rende “appetitosi” i suoi racconti, maggiori sono le possibilità di trovare “sponsor”. Le storie e i racconti di Schiavone, nei quali certamente esiste una parte di verità, fanno gioco sia alla camorra che potrebbe entrare a piene mani nell’affare delle bonifiche, sia al “sistema” del Nord che, ora, ha un valido supporto per fare la guerra commerciale ai prodotti della Campania. E i primi effetti già si sentono e sono tutti a danno di quelle aziende e dei prodotti sani di Terra di Lavoro. Il caso Schiavone dimostra, ancora una volta, che il vero dramma della nostra provincia – Caserta – negli ultimi 50 anni è stato determinato da due fattori: una classe politica mediamente mediocre e attenta solo ai propri bisogni. Dall’altra parte un’organizzazione criminale composta da menti altrettanto mediocri. E’ chiaro che da un criminale non possiamo aspettarci l’invenzione che rivoluziona e migliora il mondo, ma quando una organizzazione criminale seppellisce i rifiuti tossici sotto la sua stessa terra, sotto le loro stesse case, allora non ci sono dubbi: è una organizzazione criminale gestita da menti demenziali. Per questa ragioni, le autorità, le istituzioni ad ogni livello, devono fare – in fretta – piena luce sulla vicenda chiarendo, in merito alle dichiarazioni di Schiavone, quali sono le verità e quali le fantasie. Terra di Lavoro non merita ulteriori sfregi
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E…i tanti casi di patologie tumorali con conseguenti decessi nel nostro territorio matesino e d’intorni, da cosa provengono? Perchè non si fa uno screaning per essere certi che il nostro territorio è sano?