SESSA AURUNCA (Alfredo Bovenzi) – Viabilità dell’Appia nel Comune di Sessa, siamo all’anno zero! Statale come la groviera, esplode la polemica. Ridotta a nulla la percorribilità; specialmente quando le piogge sono più copiose del solito, si aprono degli ampi crateri sulla carreggiata che inibiscono letteralmente il transito veicolare. Coperte dall’acqua piovana, infatti, queste vere e proprie conche di navigazione sull’asfalto non sono ben visibili agli ignari automobilisti che, inavvertitamente, possono finirvici dentro e cagionare danni a volte anche irreparabili al loro mezzo di trasporto; rimanendo, inevitabilmente in panne. Sta accadendo spesso in questo periodo; e si prospettano situazioni sempre peggiori in ragione dell’arrivo della fredda stagione. Ma quel che più giova sottolineare è che le voragini di qualche settimana fa, trascurate o tappate per così dire alla meglio, si sono riaperte di nuovo e sono ancora in grado di arrecare danno alle auto e ai trasportati. La gente è infuriata. Già precedentemente organizzate nel raccogliere firme per chiedere conto alle istituzioni di questo evidente stato di assoluto abbandono, sul punto promette ulteriore battaglia; anche perché all’incuria che tipizza la manutenzione della statale fa eco un’analoga trascuratezza in tutte le strade interne del Comune. E infatti, dal ponte di Avezzano, che si allaga sempre, alla strada tra Sorbello e Carano, piena di buche e quindi intransitabile; dai problemi di acqua-planing su via Raccomandata o sulla stessa Appia; non c’è strada, insomma, che garantisca margini di sicurezza in giornate di piogge torrenziali; e i cittadini lamentano questa situazione a dir poco balorda. Mancano, quasi ovunque, gli adeguati sistemi di deflusso delle acque piovane; mentre i fossi lungo le corsie, se non del tutto assenti, sono stracolmi di erbacce; che solo in alcuni casi sono state recentemente rimosse. In altre parole, dappertutto è rischiosissimo viaggiare; e tutto concorre a favorire incidenti, a volte persino mortali, anziché prevenirli. “Sappiamo che queste sono le conseguenze di trent’anni di abbandono della nostra zona da parte delle istituzioni competenti; ma non intendiamo più pagare, con l’alto tributo di vite umane, la sonnolenza altrui, specie su quelle strade che siamo costretti a percorrere – gioco forza – anche più volte nella stessa giornata”, dicono gli interessati. L’SOS lanciato dalla popolazione si rivolge a chi è competente per territorio; e che nulla fa per aumentare, sia pur minimamente, la sicurezza passiva dei cittadini sulle strade.
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