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SESSA AURUNCA – Trasporti pubblici, disagi per gli utenti: cittadini sul piede di guerra

SESSA AURUNCA (Alfredo Bovenzi) – A Sessa mancano adeguate pensiline alle varie fermate dei pullman. Cittadini sul piede di guerra. E’ protesta.  E’ da molti anni ormai che alle fermate dei bus mancano queste tettoie sotto cui ripararsi dal sole estivo e dalle incessanti piogge invernali.  “E’ una dimenticanza ingiustificabile”, dicono tutti; una trascuratezza che induce i cittadini a ripararsi sotto balconi, se presenti in zona o portoni, se sono aperti. Mentre tutto sembra essere a dir poco assurdo. Lungo tutto il percorso cittadino dei pullman, infatti, a partire dal cosiddetto bivio di Sant’Agata e fino a Piazza Colombo, mancano pensiline in entrambi i sensi di marcia. Se dunque è così all’altezza dell’Ufficio postale di Corso Trieste, per un verso, nell’altro senso di marcia, tale funzione è affidata a una balconata privata, sotto cui, viaggiatori e studenti si rifugiano all’occorrenza.  All’altezza della villa San Giovanni, poi, identica è la situazione da un lato; mentre sull’altro versante è ivi presente la struttura di una vecchia pensilina a dimostrare l’assoluta – e recente – noncuranza del problema. Quel posto è persino utilizzato come parcheggio, a esclusivo danno dei viaggiatori che in tal modo non trovano nemmeno un posto dove aspettare in piedi. Inutile dire che questo tipo di disagio è maggiormente avvertito il Giovedì; quando cioè, affluisce in zona un maggior numero di persone, in ragione del mercato settimanale.  In una città come Sessa, che ha sempre ambito di porsi ai vertici più alti di civiltà questa “smemorataggine” proprio non dovrebbe esistere. Le conseguenze di questa cosa si avvertono  maggiormente durante l’inverno o comunque quando piove; perché al freddo, al vento, alla pioggia, ovvero all’impietoso  imperversare dei più svariati agenti atmosferici, si vanno a sommare gli schizzi d’acqua e fango provenienti dagli pneumatici delle automobili che finiscono inevitabilmente nelle pozzanghere presenti lungo  le strade, anch’esse finite, da tempo, in malora. Inevitabile l’ insozzamento degli abiti dei viaggiatori tutti.  Tutto ciò potrebbe essere evitato solo con l’installazione di adeguate pensiline.  Sarebbe – quest’ atto – un ulteriore passo avanti in quell’inarrestabile cammino verso un grado civiltà sempre più alto; una forma  di maggiore “attenzione” verso il sempre bistrattato cittadino-elettore.  Magnificando la città vi ho magnificati,  disse qualcuno ai tempi della grecità classica. Ma quelli sono tempi ormai molto lontani.

 

 

 

 

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