Gioia Sannitica – “Volevo comunicarvi che Martedì 4 marzo ore 19.30 presso la Chiesa Santissimo Salvatore a Caselle ci riuniremo per pregare la Beata Vergine. Maria delle Grazie, e affidare in questo momento la salute del nostro amico Alfonso, la sua famiglia e tutte le persone della nostra comunità che in questo momento stanno vivendo momenti di sofferenza. Vi chiedo di far girare il messaggio. Grazie don Valentino”. Questo il messaggio inviato dal parroco del paese ai fedeli per invitarli alla veglia di preghiera che si è svolta ieri sera. Massiccia la partecipazione, in tanti hanno voluto essere presenti per pregare la guarigione del 27enne che da diversi giorni si trova ricoverato presso l’ospedale Moscati di Aversa. Le sue condizioni sono ancora preoccupanti.
Le analisi eseguite dall’Asl sui campioni di alimenti prelevati presso l’abitazione della vittima hanno dato esito negativo. La Listeria non è stata trovata. Ma non significa che non c’è, significa che in quei campioni non è stata trovata. Ora l’attenzione si sposta su un altro batterio che avrebbe potuto contaminare i cibi. I medici e il personale dell’Asl ipotizzano una contaminazione da Streptococcus suis, un batterio che colpisce principalmente i maiali, ma occasionalmente anche altri animali, come cani, gatti e cavalli. Non è chiaro però se l’incremento del numero dei casi corrisponda a una maggiore incidenza del fenomeno o solo a un migliore controllo da parte delle autorità sanitarie.
Il batterio si trasmette all’uomo per mezzo di ferite sulla pelle, ma si sospetta che sia possibile il contagio anche per ingestione o attraverso le mucose. Il periodo di incubazione oscilla fra le poche ore e i tre giorni, dopo i quali compaiono sintomi come febbre, mal di testa, vomito, intolleranza alla luce e perdita di lucidità. Fra le altre conseguenze dell’infezione si segnalano artrite, polmonite e sindrome da shock tossico. Quest’ultima può causare danni al fegato, ai reni e al sistema circolatorio. Una diagnosi precoce e un trattamento appropriato portano generalmente alla guarigione, mentre un ritardo può diminuire notevolmente le possibilità di sopravvivenza.
Per quanto riguarda invece la prevenzione, molto dipende dal monitoraggio e dal controllo sugli allevamenti di suini, oltre che dalla consapevolezza del rischio da parte delle categorie più esposte: chi ha ferite aperte dovrebbe maneggiare la carne cruda di maiale solo con i guanti, e utilizzare strumenti puliti. Una cottura adeguata è essenziale: secondo le raccomandazioni dell’Oms, la temperatura interna della carne in cottura deve raggiungere almeno i 70 gradi.
