Castelvenere / Tufino – Non trova pace il piccolo corpo di Alessandra morta in circostanze misteriose lo scorso 13 dicembre 2024. Sono trascorsi quasi 90 giorni dai tragici fatti ma il corpo della bimba resta ancora senza sepoltura. I magistrati non liberano la salma finché le analisi tecniche non chiariranno le ragioni della morte. Il funerali di Alessandra potrebbe avvenire, in linea teorica, entro la fine di questo mese.
La disperazione della madre:
La donna non trova pace sia per la tragedia che ha condotto alla morte della piccola, ma anche per l’impossibilità di dare una sepoltura alla bimba. Sono quasi 90 giorni che il corpo della piccola si trova in una cella dell’istituto di medicina legale.
Sul corpo della bimba segni di maltrattamenti, scottature, graffi, lividi ed evidente stato di malnutrizione. La storia di Alessandra Di Meo, la bimba morta a soli 4 anni in circostanze ancora tutte da chiarire, è davvero triste e piena di “si poteva fare sicuramente meglio e prima”. Il risultato di una serie di circostanze è stato la morte della piccola, avvenuta lo scorso 13 dicembre in un’abitazione ubicati a Tufino in paese in provincia di Napoli, quasi al confine con Avellino. Alessandra era figlia di Alfonsa, 25enne di Castelvenere, e di Giuseppe, 23enne di Nola. La coppia per un periodo visse a Castelvenere (in provincia di Benevento) poi si separò perché l’uomo decise di andare a convivere con un’altra donna.
Fu sottratta alla madre
Alessandra restò con la madre fino al novembre del 2023 quando andò dal padre, a Nola, che avrebbe dovuta tenerla, come altre volte, per un giorno. La bimba non fu più riportata a casa a Castelvenere. La madre, Alfonsa, dopo qualche giorno di attesa presentò denuncia presso la stazione carabinieri di Telese contro l’ex compagno, accusandolo di sottrazione di minore. Si aprì un procedimento penale a carico di Giuseppe (il padre) ed un procedimento parallelo per accertare le capacità genitoriali sia della madre (Alfonsa) che del padre (Giuseppe).
La svolta nella vicenda arrivò nel maggio 2024 quando il giudice decise di affidare la bimba al padre, decisione assunta per una serie di ragioni fra cui la presenza della nonna paterna e della disponibilità di un immobile.
L’abbandono
L’inizio di quella che sarà poi una gravissima tragedia prende corpo lo scorso agosto 2024 quando Giuseppe decise di portare la figlia Alessandra consegnandola a due cugini che vivono a Tufino. Poi l’uomo – come riferisce il suo avvocato – avrebbe informato del fatto i competenti servizi sociali.
La battaglia della madre
Alfonsa (la madre) attraverso i suoi legali – gli avvocati Benito Palmieri e Luigi Grillo di Piedimonte Matese – chiese al giudice di revocare l’affido al padre e di permettere alla bimba di stare con lei. Una tesi sostenuta anche dalla curatrice nominata dal Tribunale, anche lei, infatti, ritenne necessario riportare Alessandra alla madre. Il giudice, però, non si è mai pronunciato in merito.
La morte di Alessandra
lo scorso 13 dicembre 2024, la tragica conclusione con la morte di Alessandra Di Meo trovata priva di vita sotto la scale di casa, secondo la coppia con cui viveva, la piccola sarebbe caduta dalle stesse scale. Non è d’accordo la Procura della Repubblica che ha aperto una indagine a carico della coppia a cui Alessandra fu lasciata dal padre. Si ipotizzano i reati di maltrattamenti e omicidio colposo.
I maltrattamenti
Sul corpo della bimba segni di maltrattamenti, scottature, graffi, lividi ed evidente stato di malnutrizione. Per questa ragione gli investigatori ipotizzano a carico della coppia i reati di maltrattamenti e omicidio colposo.
L’autopsia
I medici hanno analizzato il corpo della piccola per oltre tre giorni, hanno fatto analisi, test e verifiche, non hanno trascurato nulla, dovranno stabilire con certezza le cause della morte e saranno importanti anche per capire se c’è stato un ritardo nel chiamare i soccorsi. C’è grande attesa per la relazione tecnica dei periti.
Le due telefonate
Nell’immediatezza della tragedia vennero fatte due telefonate al 118: nella prima si faceva riferimento a una broncopolmonite, nell’altra, invece, si parlava della caduta dalle scale.
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