E’ finita in parità fra Napoli e Inter. Se gli azzurri avessero un’attaccante degno di tale nome si sarebbe potuto anche vincere. Una vittoria comunque sfiorata, meritatamente, nel finale. Lukaku ha giocato sicuramente meglio rispetto ad altre partite, ma da un attaccante ti aspetti le reti. I milanesi passano sull’unico tiro in porta del primo tempo, un gran goal di Di Marco su calcio piazzato. Non immune da responsabilità Meret nel piazzare la barriera. Agli azzurri non è mancato l’impegno, né la volontà. E’ mancata la fantasia, la profondità, la finalizzazione. Una squadra troppo macchinosa, prevedibile, sempre carente nell’ultimo passaggio, nel tocco risolutore, che gioca troppo spesso all’indietro. Basta pensare ai tantissimi calci d’angolo battuti senza riuscire mai a mettere seriamente in pericolo la porta avversaria. E questo è gravissimo per una squadra di vertice. E’ vero il Napoli soprattutto nel secondo tempo ha attaccato quasi sempre ma senza pungere. Il Napoli ha dominato l’inter che è apparsa sonnecchiosa, aspettando l’occasione buona per raddoppiare. Quando pensava di aver messo i tre punti nel sacco è arrivato il pareggio del Napoli. La squadra di Inzaghi non ha giocato bene, si è difesa benissimo però, soprattutto per le lacune in attacco dei partenopei.
Il Napoli trova il pareggio sull’unica azione nella quale l’individualità è riuscita ad emergere con Lobotka capace di attirare su di se quattro o cinque difensori, bravo e fortunato Billing a insaccare dopo la respinta del portiere. Segno evidente che nel calcio la differenza la fa sempre il calciatore capace di saltare l’uomo, di creare scompiglio nell’area avversaria. Lo scudetto resta in bilico, all’Inter – apparsa stanca e svogliata – non è riuscito il colpaccio.
Il Napoli, soprattutto nel secondo tempo ha dominato in lungo e in largo, l’Inter si è solo difesa favorita da un arbitraggio a tratti “cieco” perché ha permesso ai nerazzurri copiose perdite di tempo e soprattutto ha permesso un gioco durissimo a danno del Napoli.
