CELLOLE – Processo Casale, la “difficile” testimonianza del sindaco Di Leone

CELLOLE – “Casale mi ha confidato che era preoccupato perché gli avevano detto che forse qualcuno ha consigliato alla Migliorati di fare una denuncia per stalking perché lui aveva già precedenti…”, lo afferma il sindaco rispondendo alle domande del Pubblico Ministero.
Qualche udienza fa il sindaco di Cellole, Guido Di Leone è stato davanti ai giudici del Tribunale di Perugia per rendere la propria testimonianza nell’ambito del processo a carico di Pierluigi Casale, comandante della Municipale cellolese e amico della stessa fascia tricolore. Di Leone è stato convocato sul banco dei testimoni dal Pubblico Ministero, cioè dall’accusa, per parlare della famosa telefonata fatta dallo stesso Di Leone alla vittima, Dalma Migliorati, per convincerla a rimettere la querela contro Casale, facendo paventare in cambio anche la “sistemazione” della questione relativa ad un prestito fatto da Casale alla Migliorati. Di Leone si definisce un “traghettatore di comunità” pronto a sistemare anche i dissidi personali dei propri dipendenti.
Una testimonianza, quella del sindaco Di Leone, andata avanti per molto tempo e registrata in circa 50 pagine dattiloscritte. Leggendo gli atti si notano diverse contraddizioni, tanti non ricordo, diverse affermazioni poco chiare e lineari. C’è anche il tentativo, da parte Di Leone di “spiegare” perché quello attuato da Casale non poteva essere classificato come stalking.
All’inizio della testimonianza il primo cittadino di Cellole non perde occasione per evidenziare che le cose che riguardano il processo ed in particolare la sua stessa convocazione come teste ha avuto modo di apprenderle dai giornali prima di ricevere la notifica ufficiale della convocazione.
Secondo quanto affermato dal teste in sede di testimonianza sarebbe stato Casale a fornire il numero di Migliorati, ma l’idea della telefonata fu tutta sua (di Di Leone). Prima della telefonata Di Leone avrebbe inviato un messaggio a Migliorati per chiedere il permesso di chiamarla. “… Non so se a volte è uno sbaglio perché cerco di creare, soprattutto nell’ambiente lavorativo e di comunità un ambiente familiare, quindi erroneamente mi accollo magari i problemi anche che non sono miei della vita privata magari dei dipendenti per cercare di creare un gruppo…”.  Un quasi santo, insomma.
Rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Di Leone afferma di aver chiesto a Migliorati, durante la famosa telefonata, se veramente aveva presentato denuncia contro Casale. Lo interrompe il pubblico ministero che ricorda al sindaco che il 5 aprile 2023 quando venne sentito dai carabinieri aveva dichiarato che fu la stessa vittima dirgli della denuncia contro Casale. Durante l’ascolto della telefonata (che lo stesso Di Leone registra per “sicurezza”) chiede almeno 10 volte a Migliorati se veramente ha fatto denuncia contro Casale.

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