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Parco del Matese – Cavalli tornano al libero pascolo, grazie al coraggio di 4 allevatori. Coldiretti tenta di prendere i meriti di altri

Parco del Matese – Grazie all’iniziativa giudiziaria di 4 coraggiosi allevatori i cavalli – difesi in giudizio dall’avvocato Maurizio Ricciardi – ritorneranno a pascolare in libertà sul Matese. Costoro impugnavano innanzi al TAR Campania-Napoli, con il ricorso rgn. 562/2025, depositato il 2.2.2025 (la cui Udienza camerale è fissata per il 25 febbraio p.v.) la deliberazione Giunta Regione Campania n.617 del 14.11.2024 (pubblicata sul B.u.r.c. n.83 del 2.12.2024); in uno alle previsioni regolamentari. Chiedevano inoltre l’accertamento del diritto dei ricorrenti (proprietari ed allevatori di equini) a poter condurre anch’essi al pascolo i propri animali domestici (cavalli) nella zona Matese, contrassegnata dal nr. IT8010013, al pari di ciò che viene consentito di fare agli altri allevatori di capi: bovini, bufalini, caprini ed ovini, con eliminazione, quindi, per l’area “Matese casertano” habitat 6210, 6210pf e 6220, del divieto emergente, in particolare, ai punti 4.5.2.2 (pag. 188); 9.2.1.6 6210(*) (pag. 365) e nella scheda di sintesi di cui al capo 9 (9.3. pag. 382) del deliberato regionale, ovvero, acclarando la deroga che consente il pascolamento per gli equini nelle more dell’adozione del Piano (di pascolamento) da parte dell’ente competente (Parco nazionale del Matese, già Parco regionale del Matese) e/o chiarendo, in tal modo, l’ambigua previsione riprodotta a pag. 382, nella parte in cui recita: “La Misura è valida in assenza di Piano di Pascolamento. Può essere sospesa nelle more della predisposizione del Piano di Pascolamento (1-2 anni)” qualora non interpretabile nei seguenti termini: “E’ consentito il pascolamento degli equini per 1-2 anni nelle more dell’adozione del Piano da parte del Parco regionale del Matese”, così come previsto (a titolo esemplificativo) nell’ambito di altro Piano di gestione denominato: “Pendici meridionali del Monte Mutria” (codice IT8020009) ed, in particolare al punto 10.2 (pag.377) di detto Piano. I ricorrenti sono tutti giovani proprietari ed allevatori di cavalli residenti nella zona appenninica del Matese. Un territorio rurale ospitale, che si estende per circa 140 chilometri quadrati, sito in un’area marginale ai confini con il Molise.
Con l’impugnata delibera G.R n.617 del 14.11.2024, la regione Campania approvava 57 siti, con relativi Piani di gestione, individuati ognuno con il proprio codice.
L’intera area matesina, contrassegnata dal codice identificativo nr. IT8010013 “Matese casertano”, veniva interdetta (senza distinzione) al pascolo dei soli equini, consentendosi il pascolamento dei soli capi: bovini, bufalini, ovini e caprini.
Una scelta irrazionale ed irragionevole foriera di azzeramento dell’intera filiera collegata al tradizionale allevamento degli equini, con danni incalcolabili per gli addetti al settore, costretti a cessare l’attività, ovvero, abbattere e/o cedere a terzi il proprio bestiame e vedersi, quindi, privare dell’unica fonte di reddito e sostentamento familiare.
L’iniziativa, al netto dell’abbandono della montagna (e delle sue tradizioni secolari) già in atto da parte dei giovani locali costretti ad emigrare, contribuisce allo spopolamento dell’area matesina posta ai margini della Regione Campania, composta da microcomuni, come comprovato dai dati ISTAT e dai vari reportage giornalistici (cfr. valga, tra i più significativi ed emozionanti, il video “Matese montagne d’acqua” del giornalista dr. Quaranta riconducibile alle puntate in onda su Rai 3 d “Il provinciale”, piuttosto che il libro “Quota Mille” del giornalista Mediaset dr. Fossa, che nell’ambito del programma Mediaset “Lucignolo” il 12.11.2013 commosse tutti con l’intervista-video ad un giovanissimo pastore (G. F.) di 19 anni, che viveva ad alta quota con enormi sacrifici e rinunce).
Gente che, credendo ancora in un riscatto personale e dell’intera comunità matesina, merita particolare attenzione e protezione.
La regione Campania chiamata in causa dagli allevatori rendeva in giudizio la nota prot. n. 70666 del 11.2.2025, con la quale riconosceva l’inconferente inibitoria per i soli equini.
La parola ora passa all’Ente Parco nazionale del Matese che dall’alto dei suoi poteri è chiamato a redigere un piano di pascolamento.
I cavalli in primavera torneranno quindi a brucare sul Matese grazie al coraggio di pochi, che va oltre gli interessi di una piccola categoria di allevatori (amanti delle loro terre).

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