CELLOLE – I giudici della Corte di Appello del Tribunale di Firenze hanno confermato la condanna dei giudici di primo grado a carico di Pierluigi Casale attuale comandante della Polizia Municipale di Cellole. Confermata quindi la condanna a 2 anni e 9 mesi di carcere. A Casale non resta ora che il ricorso in Cassazione. Un ricorso che farà senza dubbio per evitare che la sentenza diventi definitiva e quindi per allungare i tempi del probabile l’arresto e quindi del carcere. Chiaramente la Cassazione farà solo valutazioni sulla legittimità dell’applicazione della legge e delle norme. Ricordiamo che questo tipo di reato è ostativo alla concessione di misure alternative al carcere.
Necessità di chiarezza:
La mistificazione è un’arma pericolosa non tanto quando attuata dai diretti interessati, soprattutto quando viene messa in campo da personaggi che per deontologia e per missione dovrebbero parlare solo di fatti e verità senza essere mai cani al guinzaglio del padroncino al quale, per convenienza, si sono affidati. Soprattutto, quando si raccontano dei fatti bisogna essere preparati nella materia trattata, altrimenti meglio parlare di ricette e sagre.
Questa vicenda è altra cosa rispetto a quella di Migliorati
La prima cosa che va chiarita è quella relativa al doppio processo. Questo processo, infatti, vede come vittima la ex moglie di Casale, Frangiamore, e i fatti sono avvenuti a Pistoia nel 2013 mentre la sentenza di primo grado – condanna a 2 anni e 9 mesi di reclusione – è stata emessa il 13 luglio 2021. Ieri, 13 febbraio 2025, i giudici della Corte di Appello di Firenze hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali di Casale, confermando, in sostanza, la condanna di primo grado.
Quindi questo processo non ha nulla a che vedere con la vicenda che vede come vittima Dalma Migliorati, ex fidanzata di Casale ed ex collega di lavoro a Cellole, il cui processo di primo grado è ancora in fase dibattimentale.
Il processo di Appello (13 febbraio 2025)
Ieri davanti ai giudici del Tribunale di Appello di Firenze, si è presentato l’attuale comandante della Polizia Municipale di Cellole, Pierluigi Casale, dove, attraverso i suoi difensori tentava di ribaltare la sentenza di condanna subita in primo grado dai giudici del Tribunale di Pistoia. Casale fu accusato e riconosciuto colpevole dai giudici di primo grado, di gravi episodi di violenza contro le donne, in quel caso a farne le spese fu la ex moglie. Per quei fatti Casale, al termine del processo di primo grado, venne condannato alla pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione e al pagamento di una previsionale in favore della ex moglie, costituitasi parte civile, assistita dagli avvocati Silvia Ciampolini e Teresa Dei del foro di Firenze. La sentenza fu emessa il 13 luglio 2021, dai giudici di primo grado del tribunale di Pistoia. All’epoca dei fatti che portano poi alla condanna Casale era un agente della Polizia Municipale in servizio presso i comuni di Monsummano Terme e Pescia. L’uomo venne accusato di aver posto in essere reiterati comportamenti molesti, aggressivi e persecutori nei confronti della ex moglie ed è stato riconosciuto colpevole per i reati di stalking e lesioni aggravate. La donna, per quasi quattro anni, fu costretta a subire pedinamenti, perpetrati anche con l’auto di servizio, e continue aggressioni fisiche e verbali, tanto che nell’ottobre 2013 la vittima fu costretta ad un ricovero ospedaliero di 40 giorni per lesioni al volto. La misura cautelare dell’allontanamento applicata al poliziotto fu revocata dal Tribunale del Riesame che aveva fondato la sua decisione su dichiarazioni poi completamente smentite nel corso del giudizio di primo grado. A seguito di tale provvedimento, Casale continuò per altri due anni a perseguitare la ex moglie, installando addirittura due gps sulla sua autovettura e facendola anche pedinare illegittimamente da un investigatore privato. Queste, in sostanza, le accuse che hanno convinto i giudici di primo grado del Tribunale di Pistoia ad emettere sentenza di condanna a carico di Casale.