Riardo / Teano / Pietramelara – Omicidio Compagnone, Vicol resterà ai domiciliari: il giudice raddoppia i termini di custodia

Riardo / Teano / Pietramelara – E’ partito questa mattina, 28 gennaio 2025, il processo a carico di Vicol Ciprian, responsabile della morte di Francesca Compagnano, uccisa con un colpo di fucile al volto. L’udienza si è snodata sulle questioni preliminari e tecniche. Il pubblico ministero – considerata la complessità della vicenda –  ha chiesto al giudice di raddoppiare i termini per la custodia cautelare. La difesa dell’imputato si è opposta mentre gli avvocati delle parti civili hanno sostenuto la tesi della pubblica accusa. Al termine di una breve camera di consiglio i giudici hanno deciso di accordare la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero. Vicol Ciprian, quindi, resterà ai domiciliari. Si tornerà in aula il prossimo marzo.

La vicenda:
Secondo le indagini condotte dai militari dell’arma  della Compagnia di Capua, allora agli ordini del colonnello Minutoli, negli ultimi tempi, nelle settimane precedenti alla tragica morte della giovane di Riardo, i rapporti fra Vicol Ciprian (difeso dagli avvocati Gaetano La Milza e Carla Di Stasio)  e Francesca Compagnone (la famiglia Compagnone è difesa dagli avvocati Vincenzo Cortellessa e Leopoldo Zanni) erano molto tesi. Le prove sarebbero emerse dalla lettura dei telefoni sequestrati dai carabinieri, subito dopo il delitto. Vicol aveva difficoltà a gestire la relazione sentimentale clandestina con Francesca. Relazione che lo poneva in ansia con la sua fidanzata ufficiale. I due ragazzi avevano discusso conversando via chat, conversazioni dalle quali risulterebbe palese l’esistenza di una ‘tensione’ in atto tra Vicol e Francesca. La Procura della Repubblica accusa il giovane riardese di omicidio volontario aggravato da futili motivi e legami sentimentali.
Lui, l’indagato, continua a parlare di un tragico gioco finito male. La tragedia si consumò la notte dello scorso 26 ottobre 2022, intorno alle 22e30 quando i due, Francesca Compagnone e Vicol Ciprian, si trovavano in camera da letto di lei, nella villetta di proprietà della famiglia  Compagnone, nella periferia di Riardo. Il 23enne imbracciò un fucile (del padre della vittima) e iniziò a maneggiarlo ritenendolo scarico. Toccò il grilletto e la leva di caricamento almeno tre volte. Improvvisamente l’arma sparò colpendo in pieno viso la sfortunata vittima che si trovava a meno di 50 centimetri dal fucile, un calibro 12 utilizzato dal padre di lei per la caccia. La tragedia colpì tre comunità: Riardo dove Francesca viveva e dove insiste l’attività commerciale di famiglia; Pietramelara paese della madre di Francesca e Teano paese del padre di Francesca.

 

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