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AILANO / PIEDIMONTE MATESE – Appalti truccati, Malinconico: l’accordo con Fabozzi per la gara da 13milioni di euro fu raggiunto nello studio del senatore Carlo Sarro. Lui: non ricordo

AILANO / PIEDIMONTE MATESE – Il senatore Carlo Sarro doveva essere ascoltato come testimone nell’udienza di qualche giorno fa. Non si è presentato per impegni politici. Quando fu interrogato dai carabinieri sulla vicenda, disse di non ricordare bene. Il consigliere regionale Enrico Fabossi, secondo l’accusa, ha mantenuto rapporti con l’imprenditore ritenuto mafioso di Ailano Giovanni Malinconico, quest’ultimo reo confesso e condannato in abbreviato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Malinconico, imprenditore vincitore nel 2007 della gara per la riqualificazione di strade, acquedotto, e fognature a Villa Literno (oltre tredici milioni di euro) avrebbe, infatti, sponsorizzato la campagna elettorale per la candidatura di Fabozzi alla Regione Campania nel 2010. Il secondo argomento portato dalla Procura ai giudici di Napoli riguarda le mancate dimissioni dalle cariche politiche di Fabozzi dopo l’emissione della misura cautelare del 2011. Il politico è accusato di aver intascato denaro in cambio di appalti cuciti come un “vestito” su imprese vicine al clan dei casalesi. Ma ieri doveva essere anche la giornata in cui sulla sedia dei testimoni del processo a Fabozzi ed agli imprenditori (subappaltatori) Giuseppe e Pasquale Mastrominico, doveva sedere il deputato PdL Carlo Sarro, neo componente della Commissione Antimafia. Ma Sarro non si è presentato in aula a Santa Maria Capua Vetere, per impegni legati al suo ruolo politico (legittimo impedimento). Sono stati però acquisiti gli atti del suo interrogatorio in cui lui, politico vicino all’ex sottosegretario Nicola Cosentino, compare come legale del Comune di Villa Literno, nella procedura di gara a Malinconico. In pratica, l’imprenditore – Malinconico, aveva svelato agli inquirenti che la gara sull’appalto di 13 milioni di euro per la riqualificazione di Villa Literno, venne decisa a tavolino con un incontro nello studio legale Sarro. Ma quest’ultimo avrebbe smentito con un “non ricordo”, almeno così avrebbe detto ai Carabinieri.

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