PASTORANO / VAIRANO PATENORA – I carabinieri di Pignataro Maggiore, questa mattina, in sinergia con i carabinieri di Stornarella (in provincia di Foggia), hanno eseguito la misura cautelare a carico di una 35enne residente a Pastorano. Dopo le formnalità di rito l’indagata è stata collocata agli arresti domiciliari.
La donna è coinvolta in una indagine – condotta dai carabinieri di Foggia – che ha permesso di smascherare un sistema talmente complesso e ben rodato capace di imbrogliare e garantire a 9 persone l’accesso fraudolento all’insegnamento. Nella rete della Procura Pugliese è finita Angela Rosa Ciotola, 35 anni, originaria di Napoli, sposata a Giano Vetusto ma residente a Pastorano. La dirigente è molto conosciuta anche a Vairano Patenora perchè insieme al marito gestiva l’istituto privato Garibaldi, scuola finita sotto sequestro alcuni mesi fa e ancora sotto sigilli.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tre indagati destinatari degli arresti domiciliari avrebbero rivestito una posizione di rilievo nell’ambito di meccanismi finalizzati alla produzione reiterata di un’imponente quantità di atti e documenti ideologicamente falsi, idonei a indurre in errore il sistema pubblicistico deputato a valutare, individuare e selezionare, mediante formazione e pubblicazione di graduatorie pubbliche, i soggetti maggiormente titolati a svolgere, in base alla normativa legislativa e regolamentare di riferimento, attività di docenza e insegnamento negli istituti di istruzione. La compiacenza del dirigente di un istituto paritario della Provincia di Caserta, nonché la produzione, l’utilizzo di dichiarazioni e di attestazioni mendaci – anche in relazione ad attività di docenza mai svolta -, avrebbero determinato a favore di 9 indagati il conseguimento di titoli o l’attribuzione di punteggi determinanti nell’accesso all’insegnamento. La Procura ha accertato che un avvocato del foro di Foggia, il marito insegnante e il dirigente di un istituto paritario, in concorso tra loro avrebbero indotto in errore gli uffici scolastici provinciali mediante certificati falsi e comunicazioni Unilav che documentavano, contrariamente al vero, per gli anni compresi tra il 2018 e il 2023, rapporti lavorativi con una scuola paritaria in provincia di Caserta.
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