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TEANO / NAPOLI – Lavitola ritorna in carcere, il ricatto contro Silvio Berlusconi sarebbe avvenuto anche nella città sidicina

TEANO / NAPOLI  – Torna in carcere con l’accusa di evasione l’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola. E’ stato condotto a Regina Coeli, a Roma, in seguito a un provvedimento della sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli. E’ accusato di aver violato gli arresti domiciliari, misura cautelare cui era sottoposto nella Capitale.  Il ricatto contro Silvio Berlusconi sarebbe avvenuto anche nella città Teanese dove Valter Lavitola avrebbe alcuni interessi economici attraverso la partecipazione ad una sociuetà che opera nel campo della produzione agricola.  “La competenza territoriale del Tribunale di Napoli. Sotto diverso profilo va evidenziato come, a parere di questo giudice, sussista la competenza territoriale del Tribunale di Napoli, determinata ai sensi del criterio residuale di cui al III comma dell’art. 9 cpp., non potendo trovare applicazione, per le ragioni che saranno di seguito esposte, i criteri principali di determinazione della competenza.  In primo luogo, giova sottolineare come non sia possibile individuare con certezza il luogo di consumazione del reato di estorsione, essendo la relativa condotta estremamente fluida ed articolata e posta in essere in diverse città dello Stato italiano (Napoli, Roma, Bari, Pomezia, Brescia, Teano), tutte significativamente citate nelle conversazioni intercettate”.
Lo scrivono i magistrati all’interno dell’odinanza emessa contro lo stesso Valter Lavitola, Tarantini Giampaolo e Devenuto Angela.  Saranno probabilmente le fasi successive dell’inchieste e del probabile processo a chiarire quali fatti sono avvenuti in territorio del comune di Teano. Giocava su tanti tavoli, il quarantacinquenne giornalista-imprenditore Valter Lavitola, accusato di estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, del quale si proclamava amico e protettore. E chissà se ora, dalla latitanza in Sud America, sta continuando qualche partita.  Quel che è certo, secondo l’accusa, è che negli ultimi mesi ha trafficato per tenere sulla corda i due terminali del ricatto messo in piedi per lucrare il maggior guadagno possibile. Da un lato il proprietario e direttore della testata Avanti! , che fu organo del Psi, si adoperava per aumentare le ansie giudiziarie del premier, e dall’altro provava a dirigere a proprio vantaggio le mosse processuali di Gianpaolo Tarantini, divenuto famoso per aver accompagnato donne a pagamento nelle residenze del capo del governo.

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