E’ sconvolgente, come si fa a non capire una cosa del genere”. Il giorno dopo aver incassato la legge regionale che gli spiana la strada alla candidatura alla Regione Campania – tra un anno, per la terza volta consecutiva – Vincenzo De Luca rompe il silenzio. Ed attacca i suoi avversari: “Sono degli irresponsabili. Ci sono componenti politiche che vivono fuori del mondo, non sanno cos’è una persona in carne e ossa, se ne fottono”. De Luca interviene all’inaugurazione di un centro per l’autismo a Bracigliano, in provincia di Salerno. Di strutture così, dice, ne servono almeno dieci in tutta la Campania, ma “in questo come in tutti i campi più importanti serve un lavoro di lungo periodo. Cominciare daccapo significa perdere due anni solo per capire come organizzarsi”. De Luca si accalora, ma poi chiude come al solito ironico e sferzante: “E’ proprio vero, la riforma più urgente da fare in Italia è la riapertura dei manicomi, vista la quantità di squinternati che c’è in giro”, dice. E torna a estrarre dalla tasca il cornetto rosso portafortuna esibito ieri in Consiglio regionale prima della votazione: “Ieri, per sfottere un collega, mi è capitato di cacciarlo fuori. E nientemeno esce tra le prime notizie, ‘De Luca tira fuori il cornetto’. Che diamine, bisogna sempre guardarsi intorno”. Da parte di De Luca nessun riferimento diretto alla posizione del Pd nazionale, dopo che Elly Schlein ieri sera ha ribadito: “possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma la nostra posizione è chiara e non cambia. Il Pd non supporterà presidenti uscenti che hanno già fatto due mandati. Le regole valgono per tutti”. E mentre i vertici dem campani tacciono, i consiglieri regionali che ieri hanno votato la legge provano a ripetere che si è trattato solo di un passaggio tecnico e che la scelta del candidato sarà frutto di “un ragionamento collegiale con tutte le forze politiche della coalizione”. Ma che De Luca possa non candidarsi appare oggi inverosimile. Del resto, lui stesso ha ripetuto più volte che intende farlo. In questo caso, se la spaccatura non dovesse ricomporsi, il Pd dovrebbe esprimere un altro candidato, condiviso con il M5s ed altre forze di sinistra.