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REGIONALI – De Luca e il terzo mandato, tra il rischio di ricorsi e il “corno magico”. E se il governatore avesse le dimissioni in tasca, pronto a cogliere tutti impreparati?

REGIONALI (di Tommasina Casale) – Si è consumato in consiglio regionale il voto sulla legge per consentire a Vincenzo De Luca di candidarsi a un terzo mandato, ma il futuro non sembra così certo come potrebbe apparire. Tra festeggiamenti e un piccolo portafortuna – un corno scaramantico che il governatore non ha esitato a sfoggiare – restano all’orizzonte nuvole di tempesta. La possibilità di un ricorso contro la legge, infatti, è tutt’altro che remota. Chi potrebbe presentarlo? Il centrodestra, teoricamente, sarebbe il primo a voler evitare una candidatura di De Luca, ma c’è un dettaglio non trascurabile: anche il Veneto ha approvato una norma simile per favorire la corsa di Zaia. Improbabile, quindi, che la Lega – alleata di De Luca su questo fronte – si esponga con un’azione del genere, a meno che Fratelli d’Italia non decida di fare un’eccezione e di isolarsi dalla Lega. Ma anche in questo caso, il centrodestra campano ha tutto da guadagnare: se De Luca corre per conto suo, diviso dal PD, lo scenario elettorale diventa un’opportunità d’oro per loro. E poi c’è il PD nazionale, che già ha messo in chiaro, con la segretaria Elly Schlein, di non voler sostenere De Luca per un terzo mandato. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, potrebbe trovare nella situazione un’inaspettata carta di contrattazione. In fondo, se De Luca si lancia senza il sostegno del PD, la coalizione di centrosinistra dovrà per forza fare asse con il M5S, che resta fortissimo a Napoli e provincia. La scena, però, sembra perfetta per uno dei colpi di teatro tipici del governatore: non sarebbe affatto sorprendente se avesse già in tasca un’altra carta. In politica, si sa, “muoia Sansone con tutti i filistei” non è solo un detto: se De Luca dovesse vedere troppi ostacoli al suo cammino, potrebbe tirare fuori un asso e presentare dimissioni anticipate, forzando tutti a elezioni in 60 giorni. Questo scenario coglierebbe impreparati tanto il PD quanto il M5S, entrambi alle prese con un campo largo che ancora manca di nomi e strategie ben definite, e perfino il centrodestra, che deve ancora sciogliere le riserve tra Martusciello e Cirielli. Quindi, cari alleati e rivali del governatore, meglio mettersi in moto: quel cornetto scaramantico, ieri in aula, potrebbe davvero aver fatto il suo dovere.

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