Santa Maria Capua Vetere – L’udienza del 24 ottobre ha visto l’escussione di ben 5 detenuti persone offese. I testi hanno confermato le percosse subite, sottolineando come i responsabili materiali di tali concotte furono principalmente agenti in antisommossa provenienti dall’esterno. Va precisato, però, che per alcuni di testi vi sono state anche delle significative smentite. L’udienza ha, inoltre, portato alla luce altri particolari importanti in ordine alla protesta avvenuta il 5 aprile 2020, ovvero il giorno prima della perquisizione. In particolare il teste D’Orsi Maurizio ha dichiarato che una parte della sezione, gestita da detenuti napoletani, ha imposto al resto dei detenuti di partecipare alla protesta che inizialmente doveva essere pacifica “su imbasciata dei detenuti di alta sicurezza del Tamigi” ma poi si è trasformata in vera e propria rivolta, con barricamento di tutta la sezione, preparazione di olio bollente da parte di alcuni detenuti dopo l’oscuramento delle telecamere e rottura di tavoli con relativi bastoni impugnati da molti detenuti.
Il teste Picone Raffaele, invece, ha riferito si essere a conoscenza dello spaccio all’interno del carcere di sostanze stupefacenti da parte di alcuni detenuti, arrivati prima dei fatti del 5 e 6 aprile, in particolare del SUBOTEX, sostanza quest’ultima al centro del processo perché rinvenuta in sede di esame tossicologico nel corpo del detenuto Hakimi deceduto il mese dopo dei fatti di cui al 6 aprile. In particolare, ha dichiarato che alcuni detenuti erano soliti nascondere droga e cellulari nel proprio corpo, così superando anche i controlli con il metaldetector e nel periodo dell’emergenza covid hanno sfruttato le maggiori concessioni avute sui kg di spesa da poter fare entrare con i pacchi al fine di occultare in essi sostanze stupefacenti. Ha anche precisato che la situazione generale del carcere era particolarmente complessa nel periodo covid perché il numero di agent diminuiva e anche quello dei medici e ciò portava anche ad una maggiore difficoltà a gestire le tensioni e le forti agitazioni che si registravano in quel periodo.
In ordine ai fatti del 6 aprile ha confermato di essere stato percosso da agenti in antisommossa che non conosceva e anche lui ha riferito di minacce con olio bollente, ma in questo caso fatte il 6 aprile da parte di alcuni detenuti che volevano opporsi alle operazioni di perquisizione. L’udienza riprenderà l’8 novembre p.v. con l’escussione di altri 6 testi di accusa. A rappresentare l’ufficio di Procura erano presenti in aula la dott.ssa Pannone, la Dott.ssa Pinto e il dott. Milita. Per le difesa sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Carlo Angelo Raucci, Giuseppe Stellato, Carlo De Stavola, Rosario Avenia, Luca Tornatora, Edoardo Razzino, Dario Mancino, Fabrizio Zarone, Carlo De Benedictis.
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