Sessa Aurunca (di Tommasina Casale) – La città di Sessa Aurunca sta vivendo tempi difficili. Il 2024 passerà alla storia non solo per il caldo torrido ma anche per l’abbandono delle due manifestazioni più amate del territorio: il gran torneo dei quartieri e la festa della Tammorra. Ma per bilanciare tutto ciò, rimane la “Sagra del Tartufo”. Un tartufo che a Sessa non esiste, ma che grazie a dei buoni amici in Regione ha ottenuto ben 300 mila euro di finanziamento in tre anni. Prima è stata la volta del gran torneo dei quartieri, un evento storico che riuniva l’intera città attorno a una competizione di giochi e tradizioni, ma i quartieri hanno dichiarato forfait, probabilmente per difficoltà economiche. E con loro è andata via una delle manifestazioni più longeve e significative di Sessa. Ma la batosta vera è arrivata poco dopo: anche la festa della Tammorra, giovanissima ma ormai appuntamento fisso per gli amanti della musica popolare, ha gettato la spugna. Motivo? Sempre quello: i soldi. E mentre la città piange la scomparsa di questi due pilastri della cultura locale, il comune si consola con la fantomatica Sagra del Tartufo. Ora, non vorremmo essere maligni, ma i tartufi a Sessa Aurunca qualcuno li ha mai visti? Neanche nei migliori ristoranti della zona. Però, grazie ai “buoni uffici” con il consiglio regionale, l’amministrazione comunale è riuscita a strappare questo finanziamento da sogno, per celebrare qualcosa che al momento non esiste. Pare che ci sia un piano, dichiarato addirittura dal presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero, di impiantare delle tartufaie nella pineta di Baia Domizia. Ma attenzione, non aspettatevi tartufi d’Alba o di Norcia. Secondo gli esperti, ci vorranno anni (e parecchie preghiere al meteo) per ottenere, al massimo, tartufi di qualità medio-bassa. A questo punto, sorge spontanea la domanda: con 300 mila euro a disposizione, non si poteva fare qualcosa di più “radicato” nella tradizione locale? Magari sostenere il torneo dei quartieri o la festa della Tammorra, che rappresentavano davvero l’identità di Sessa Aurunca e del suo territorio? Evidentemente no, perché il tartufo è più “di moda”. Anche se, per trovarlo, bisognerà fare un pellegrinaggio. E così, mentre Sessa dice addio alle sue storiche tradizioni, ci prepariamo a festeggiare un tartufo fantasma. Forse la vera competizione, a questo punto, sarà vedere chi riuscirà per primo a trovare un tartufo in città. Magari il comune lancerà un torneo tutto nuovo: “alla ricerca del tartufo perduto”. E per chi non dovesse trovarlo, pazienza, resterà la soddisfazione di aver insignito Sessa Aurunca “città del tartufo…che non c’è”. Naturalmente l’ultima parte l’abbiamo aggiunta noi ma si legge ormai nell’immaginario di tutti.
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