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Sessa Aurunca – Addio alla Festa della Tammorra, un duro colpo per la città che ora potrebbe trasferirsi in altri comuni mentre l’amministrazione promuove eventi legati al tartufo che non c’è

Sessa Aurunca (di Tommasina Casale) – Sessa Aurunca sta per dire addio a una delle sue manifestazioni più importanti e amate: la Festa della Tammorra. La notizia, che ha sollevato un grande clamore, è stata data dagli organizzatori dell’associazione Etnia Popolare in un post su Facebook che non ha tardato a far rumore. Con toni che lasciano trasparire amarezza e delusione, il post lancia attacchi velati a chi avrebbe dovuto sostenere l’evento, ma che invece ha lasciato cadere nel vuoto le promesse. L’unico sostegno ricevuto? Quello del pubblico, sempre numeroso e affezionato. La Festa della Tammorra, giunta alla sua VII edizione, si era ormai affermata come un evento di spicco nel panorama delle manifestazioni popolari in Campania. Un appuntamento che aveva conquistato un premio di rilevanza nazionale, superando città come Bologna, Brescia e Arezzo. Un risultato straordinario, frutto del lavoro appassionato e dell’impegno costante degli organizzatori, che hanno saputo trasformare un evento locale in una manifestazione riconosciuta per qualità e partecipazione. Ma dietro a questo successo apparente si cela una realtà ben diversa. Purtroppo, l’amministrazione di Sessa Aurunca ha scelto di non investire nella manifestazione che celebra le radici popolari della città, indirizzando le risorse verso eventi che non riflettono la vera essenza del luogo. In particolare, è sorprendente constatare come in tre anni siano stati destinati 300 mila euro alla Festa del Tartufo, di cui il territorio è completamente privo. Nel post, gli organizzatori hanno espresso tutto il loro dispiacere, comunicando che il percorso con la città di Sessa Aurunca è giunto alla fine, o quantomeno la festa sarà drasticamente ridimensionata. Dopo anni di promesse non mantenute e mancanza di sostegno, l’associazione si trova ora a dover fare i conti con una situazione finanziaria insostenibile. La VII edizione non ha chiuso i conti, un segnale allarmante per un evento che richiede fondi importanti per mantenere lo standard raggiunto. E quando gli sforzi si trasformano in debiti, la scelta di dire “stop” diventa inevitabile. Quello che colpisce maggiormente nel messaggio è la delusione nei confronti della città stessa, che sembra non aver saputo, o voluto, offrire il supporto necessario. È sconcertante pensare che un evento che ha portato lustro e visibilità al territorio venga abbandonato al suo destino, proprio mentre stava consolidando la sua importanza a livello nazionale. Sessa Aurunca perde così non solo una festa popolare, ma anche un’opportunità di crescita culturale e turistica. E mentre gli organizzatori guardano al futuro, con la possibilità di spostare il marchio della festa in altri comuni, portando con sé le risorse e le bellezze di Sessa Aurunca, la città resta a riflettere su ciò che ha lasciato scivolare via. Un evento del genere non si improvvisa: servono mesi di lavoro, risorse e dedizione. Eppure, l’assenza di un adeguato sostegno ha reso impossibile andare avanti. Per una città come Sessa Aurunca, che avrebbe potuto e dovuto fare di più, si tratta di una perdita grave. La Festa della Tammorra non era solo un momento di musica e tradizioni popolari, ma un’occasione per unire la comunità, attrarre turisti e valorizzare il territorio. Ora resta solo il rammarico di quello che poteva essere e non è stato, e la consapevolezza che un’altra importante manifestazione è destinata a cercare nuove terre dove essere apprezzata e valorizzata. Sessa Aurunca, invece, resterà senza la sua tammorra.

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