Roccaromana – Nell’udienza dello scorso 2 ottobre 2024, sul banco dei testimoni è salito un testimone, una persona che in fase di indagine aveva riferito dettagli importanti sui fatti dai quali è nato il processo. Nel rispondere alle domande delle parti, però, l’uomo avrebbe mostrato confusione nel ricordare fatti e circostanze, sarebbe andato in palese contraddizione con quanto dichiarato durante le indagini. Tutto nell’ambito del processo a carico di due uomini roccaromanesi: Claudio Parillo (difeso dall’avvocato Giancarlo Rossi) – operaio di una ditta di Roccaromana – e Antonio Di Marco (difeso dall’avvocato Michele Mozzi) – operaio del cantiere rifiuti nello stesso comune di Roccaromana. Si tornerà in aula nel prossimo mese di novembre per ascoltare ulteriori testimoni e alcuni periti chiamati a relazionare.
Parillo è accusato di aver posto in essere, con carattere di abitualità in un apprezzabile lasso temporale, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, reiterati atti persecutori ai danni della professoressa Longo e di Pappalardo. Di Marco, invece, è accusato di aver offeso, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso commesse anche in tempi diversi, mediante l’uso del profilo personale del social network Facebook, l’onore e la reputazione di Longo e di Pappalardo e segnatamente pubblicava affermazioni diffamatorie a questi riconducibili. I fatti vennero alla luce successivamente all’attentato subito dalla professoressa Longo nell’agosto del 2017 quando ignoti incendiarono la macchina parcheggiata nel vialetto di casa, bruciando ogni cosa attorno. Longo e Pappalardo, si sono costituiti parti civili nel processo, affidando la loro difesa dall’avvocato Francesco Bucciero
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