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Sessa Aurunca – Lorenzo Di Iorio, il sindaco del “vorrei ma non posso”, la cui mancata firma alla lista EIC ha affossato la sua credibilità nel centrodestra.

Sessa Aurunca – (di Tommasina Casale) – Ecco a voi Lorenzo Di Iorio, il sindaco del “vorrei ma non posso”. In provincia di Caserta, la sua credibilità con il centrodestra sembrerebbe ormai evaporata come l’acqua nei giorni di siccità. Colpa di cosa? Di una firma mancante. La vicenda dell’ente idrico campano pare sia stato il colpo di grazia. Sembra, infatti, che la lista non sarebbe stata presentata per la mancanza di una firma, quella del sindaco di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio. Ma Lorenzo il Magnifico non si sarebbe fatto trovare. Dov’era? Probabilmente richiamato dal fido Gennaro Oliviero, che gli avrebbe imposto un tocco di rosso PD al posto di un azzurro più rassicurante da centrodestra. Chissà, magari stava decidendo se abbinare il tutto con un paio di “calzini” intonati.  Questo piccolo, ma fatale dettaglio, pare avrebbe mandato su tutte le furie Jimmy Cangiano, deputato di Fratelli d’Italia, che avrebbe giurato al leghista Giampiero Zinzi e company che quella firma era  blindata. Ma Di Iorio l’ha  apposta sulla lista avversaria del consigliere regionale Giovanni Zannini, probabilmente barattandola con Oliviero per la candidatura della fedelissima Lia Caterino. Quando quella firma non è arrivata nel centrodestra, Di Iorio sembra sia stato bollato come “persona non gradita”.  E pensare che Di Iorio avrebbe avute tutte le carte in regola per fare carriera nel centrodestra. Con l’agilità di un giocoliere, strizza l’occhio ai sovranisti ma alla fine tiene sempre  la mano a Gennaro Oliviero, che forse gli ricorderà la maestria con cui ha orchestrato la sua candidatura a sindaco. Una doppia vita politica vissuta tra promesse fatte al centrodestra e obbedienza (quasi scolastica) al PD. Il risultato? Un capolavoro di “cerchiobottismo”, o meglio, di puro parac…smo politico, che però questa volta pare non ha funzionato. Dopo l’ennesima acrobazia mancata, il nostro Lorenzo avrebbe definitivamente perso l’equilibrio. E il rubinetto, tanto per restare in tema, sembra che il centrodestra glielo abbia chiuso. Di Iorio, che sognava bandiere tricolori e inni nazionalisti, sarebbe ora visto come un inquilino scomodo, uno  sempre sulla porta senza mai entrare del tutto. E ora che cosa farà  il buon Lorenzo? Continuerà a destreggiarsi tra le due sponde politiche come un professionista della giravolta, o deciderà finalmente di prendere una posizione? Forse gli converrebbe seguire il consiglio che gli viene sussurrato a mezza bocca tra i vicoli del potere: “ora che il rubinetto è chiuso, apri gli occhi”. In provincia di Caserta e dintorni, il nome di Lorenzo Di Iorio risulterebbe ormai sinonimo di compromesso politico all’acqua di “rose”.

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