SPARANISE – IL PROSSIMO SINDACO DI TRANI POTREBBE ESSERE UNA DONNA CALENA

Sparanise / Trani – Si chiama Angela Mercorio, 46 anni compiuti da poco, originaria di Sparanise (seppur nata nell’allora ospedale di Capua) potrebbe essere il prossimo sindaco di Trani, città dove vive e lavora come docente di matematica presso il Quarto circolo didattico Beltrani. L’annuncia dato dalla stessa Angela durante la presentazione del proprio libro: “mi sono è sentita adottata da questa città splendida e che ho subito amato – ha spiegato Angela -, ma che ha bisogno di cure che solo la sensibilità di una donna probabilmente è in grado di dare. Ho deciso di scendere in campo quando non ho saputo dare risposte a mio figlio, che chiedeva servizi che la città non ha. E allora eccomi qui per farmi conoscere con anticipo perché, giustamente, molti si chiederanno chi io sia e da dove sia improvvisamente venuta. Posso contare sul sostegno di tanti cittadini che la pensano come me – ha concluso la docente – e posso al momento anticiparvi che sarò a capo di una o più liste civiche che nasceranno per l’unico e supremo obiettivo del bene della città”.

Vittima di violenze
Angela ha spiegato, durante una sua intervista, di essere stata vittima di violenza psicologica ed economica: “Purtroppo i numeri e le statistiche non sono confortanti. I casi di violenza, ahimè, aumentano di giorno in giorno. Ci sono diversi tipi di violenza, quella fisica, quella psicologica, quella economica. Quest’ultima, in particolare, riguarda una donna su due. Anch’io – ha confessato Angela – sono stata vittima di violenza, psicologica ed economica. La mia candidatura, se vogliamo, è l’esito di un percorso di guarigione. Ho dovuto fare un grande lavoro su me stessa per ripartire, un lungo e faticoso lavoro di consapevolezza. Sì, perché se una donna prende consapevolezza del proprio essere, nessuno può più deprezzarla, metterla all’angolo o demotivarla. Non dobbiamo sottovalutare – ha aggiunto, lanciando un appello – l’importanza della denuncia. Invito le donne che subiscono soprusi a denunciare, a rivolgersi alle autorità competenti. Non c’è assolutamente nulla di cui vergognarsi”.