CELLOLE – Fu ucciso di botte durante una banale lite scoppiata in un locale nel centro del paese. Era il 14 gennaio del 2023 quando Gianluca Sangiorgio, 44 anni, aggredì e ridusse in fin di vita Roberto Fusciello, 45 anni, artigiano. L’assassino sarà davanti al giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il prossimo 5 novembre 2024. Dovrà rispondere di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi. Fusciello, di professione falegname, era iscritto all’AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi) e i suoi organi sono stati espiantati dopo la morte, salvando la vita di due persone: il suo cuore è stato trapiantato in un paziente presso l’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, mentre i reni hanno dato speranza a un altro malato. Il delitto Fusciello fu l’ultimo di una serie terribile di atti criminali che colpirono, in appena sette mesi, la comunità di Cellole; un paese che fu diviso in due parti (per fortuna non uguali): da un lato coloro che condannarono gli episodi di violenza e chiesero azioni importanti per riportare la comunità sui giusti binari evitando così una ulteriore deriva. Dall’altro canto ci sono coloro (meno numerosi ma più chiassosi) che vorrebbero mettere sotto “la polvere sotto il tappeto”, giudicando i tre delitti avvenuti a Cellole in quei 7 mesi (un record assoluto in provincia di Caserta) come “casi isolati”, aggiungendo poi che “i morti vanno lasciati in pace”. Insomma secondo questa parte della comunità Cellolese bisognerebbe tacere sull’accaduto per il buon nome del paese.
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