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Roccamonfina – Morte sospetta di una donna, Maria ancora senza sepoltura. Continua la contesa giudiziaria

Roccamonfina – Sono passati tanti giorni dalla morte di Maria Martucelli, la donna, purtroppo, non trova ancora pace e non può essere ancora sepolta. Tutto a causa della disputa giudiziaria nata, subito dopo la morte di Maria, fra i nipoti e una coppia di amici dell’anziana. Una contesa che ha portato al sequestro della salma di Maria e al suo trasferimento presso l’istituto di medicina legale per una autopsia che dovrà chiarire le ragioni del decesso. Una morte sospetta secondo i nipoti.
La salma fu sequestrata giusto in tempo per impedirne la cremazione. Il sospetto è che la cremazione potesse servire a cancellare eventuali tracce della morte “accelerata”, in qualche modo facilitata. Sospetti alimentati dal fatto che negli ultimi tempi era stato impossibile, da parte dei parenti, parlare con la signora. La vicenda potrebbe nascondere un sistema complesso di raggiri a danno di persone deboli ma con patrimoni ingenti e quindi “appetitosi”. I nipoti della defunta Maria Martuccelli – assistiti dall’avvocato Gabriele Gallo – hanno presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere chiedendo il sequestro della salma della zia per eseguire esami medico legali in grado di accertare le precise cause della morte di Maria, deceduta ieri all’età di 87 anni.
I nipoti sostengono che già qualche giorno prima del decesso, all’incirca una settimana, la zia era stata presa in cura, in maniera repentina e poco chiara, dalla coppia di Villaricca che dimorava in una casa presa in affitto una casa vicino all’abitazione della signora Martuccelli le cui condizioni mentali erano già da tempo molto labili. Ben presto Maria viene ricoverata presso l’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia dove la coppia la porta qualificandosi, falsamente, come nipoti. I due “benefattori” in poco tempo hanno preso il “pieno” controllo su Maria gestendola in tutto e per tutto, infatti dopo il decesso del marito sono stati loro ad occuparsi dei funerali, da ciò se ne deduce che essi abbiano accesso al bancomat o ai conti correnti della zia e di certo ai suoi risparmi che utilizzano.  La coppia inoltre detiene arbitrariamente le chiavi della casa della signora Maria senza averne titolo; i due hanno sempre cercato di evitare i rapporti della donna con i nipoti diretti. I nipoti, in qualche occasione, hanno visto i due coniugi “benefattori” sedare la zia con grandi dosi di Benzodia- zepine in particolare EN, somministrati a cucchiaiate, più volte al giorno, pur di calmare la signora che per la sua patologia è solita urlare e ripetere sempre le stesse cose, verosimilmente senza cognizione e o indicazione medica.

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